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Tragedia del Natisone, “41 minuti di agonia”: indagini chiuse per la morte dei ragazzi travolti dalla piena

La Procura di Udine ha concluso le indagini sull’incidente del 31 maggio scorso, in cui tre giovani, Patrizia Cormos (21 anni), Bianca Doros (23) e Cristian Molnar (25), persero la vita travolti dalla piena improvvisa del fiume Natisone. Quattro persone sono state indagate per omicidio colposo: un operatore della Sala operativa regionale emergenza sanitaria Fvg e tre vigili del fuoco.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Udine e dalla sezione aerea di Bolzano della Guardia di Finanza, si è concentrata sulle comunicazioni tra la Sores Fvg e i vigili del fuoco della sala operativa di Udine. Gli investigatori hanno evidenziato diverse disfunzioni nei protocolli di soccorso.

I lenti minuti di agonia e le negligenze

Secondo la ricostruzione, la prima richiesta di aiuto è arrivata alle 13.29 da una delle vittime, ma l’elicottero destinato al soccorso non è stato allertato in tempo. I vigili del fuoco non avrebbero infatti individuato prontamente le coordinate del luogo, il greto del fiume, e di conseguenza non avrebbero richiesto tempestivamente l’intervento dell’elicottero sanitario, che sarebbe arrivato troppo tardi. La morte dei ragazzi, avvenuta circa 41 minuti dopo la prima chiamata, ha fatto sorgere l’accusa che, con un intervento tempestivo, sarebbe stato possibile salvarli.

L’inchiesta accusa i quattro operatori di negligenza e imperizia, ritenendoli responsabili della morte dei tre giovani, trascinati dalla corrente e annegati prima dell’arrivo dei soccorsi.

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Redazione PL