Trapani, il tribunale dà l’ok per il cambio nome a una transgender anche se non operata

transgender

Il tribunale di Trapani ha dato l’ok per il cambio del nome e dell’identità di genere per una transgender senza aver effettuato alcuna operazione per la riassegnazione del sesso.

È il primo e unico caso in Italia. La vittoria è arrivata dopo 20 anni di lotte ed è stato reso possibile grazie ad un principio estrapolato da una sentenza della Corte di Cassazione che ha consentito a un’altra transgender di legittimarsi come donna prima dell’operazione, operazione che però era pianificata.

LEGGI ANCHE: Sicilia, catechista abusa per anni di un minore: “Il parroco sapeva tutto”

La lotta ventennale di una transgender per ottenere il cambio nome e dell’identità di genere

Risale, infatti, a 20 anni fa l’inizio del suo percorso per la riassegnazione sessuale, tramite terapia ormonale e chirurgica, che per legge è obbligatorio per ottenere il cambio all’anagrafe e sui documenti. Poi, l’improvvisa decisione di fermare tutto.

Emanuela, questo il nome della transgender, ha raccontato in un intervista a Repubblica di aver scelto di non operarsi per i rischi e le conseguenze che un intervento di questo tipo comportava.

Quando i medici mi spiegarono le conseguenze, vista l’alta invasività del trattamento, ho scelto di non farlo.  Ma nonostante questo, convivo in armonia con il mio corpo. Non avere l’organo sessuale femminile non compromette il modo in cui mi percepisco, le mie sembianze non offuscano la mia identità femminile” ha spiegato.

Poi racconta: “Già a 5 anni, infatti, sentivo dentro di me un universo femminile. Perché, quando si è transgender il bambino, o la bambina, percepisce la sua identità nell’immediato”, ha concluso.

LEGGI ANCHE: Incendio all’aeroporto di Catania: scalo evacuato, voli sospesi