Archiviato il caso della presunta truffa ordita ai danni dell’Asp di Palermo da parte di tre onlus, la Avel, la San Giuseppe e la Confraternita di Misericordia Palermo. Lo ha deciso il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, Filippo Serio dopo la richiesta presentata dal Pubblico Ministero. L’operazione della Guardia di Finanza “Bloody Mary” aveva portato nel novembre del 2020 a sei arresti nel capoluogo.
Un totale di 24 indagati, accusati, a vario titolo, di avere speculato sul trasporto di pazienti emodializzati, con una truffa ai danni dell’Asp a 4 milioni di euro. Il tutto in collusione con Cosa Nostra, nelle cui mani sarebbero finite ingenti somme di denaro.
Nell’occhio del ciclone erano finiti Pietro Corrao, 63 anni, Antonino Spadaro, Saverio Marchese, 55 anni, Beniamino Cusimano 75 anni, Salvatore Scavone di 60 anni, Pietro Lo Iacono, Carmelo Lo Iacono (classe 1975), Carmelo Lo Iacono (classe 1965), Fabio La Mantia, Francesco Raspanti, Concetta Teresi 62 anni, Marilena Scalia 48enne, Gioacchino Di Minica, Giuseppe Di Minica, Luigi Di Salvo, Salvatore Pantò, Maria Foraci, Gennaro D’Errigo, Nicola Lusitano, Pietro Di Benedetto, Vito Vinciguerra, Gioacchino Chimenti, Deborah La Monica e Matteo Gnoffo. A difesa degli indagati gli avvocati Giovanni Castronovo, Luigi Miceli Tagliavia, Silvana Tortorici, Simona La Verde e Rachele Chiavetta.
Diversi i reati contestati, a vario titolo: falso e associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e frode nelle pubbliche forniture. Il gip Filippo Serio – su richiesta della Procura – ha deciso archiviare tutto. L’impianto accusatorio già era stato minato pesantemente dal tribunale del Riesame e poi anche dalla Cassazione
Dopo ulteriori accertamenti e grazie anche alle tesi della difesa si è stabilito che non ci sarebbe stato alcun imbroglio e che l’Asp ha pagato per un servizio effettivamente e correttamente eseguito. Ma anche che le persone coinvolte nei tre filoni d’inchiesta non avrebbero fatto parte di nessuna associazione a delinquere, men che meno finalizzata ad agevolare Cosa nostra, come si era invece ipotizzato in un primo momento.
“In riferimento alle ulteriori, residuali ipotesi di reato – si legge nell’ordinanza – gli elementi investigativi acquisiti non forniscono prova circa il fatto che i comportamenti posti in essere in ‘autotutela’ rispetto alle indicazioni dell’ASP costituissero esecuzione di un comune programma delinquenziale“.
“Durante le indagini abbiamo dimostrato – afferma l’avvocato Giovanni Castronovo a Palermo Live – che le associazioni non facevano i trasporti singoli perché rendevano di più, ma più che altro il trasferimento collettivo era impossibile farlo per questioni logistiche. Quando un paziente emodializzato vive a Brancaccio e uno a Tommaso Natale, il trasporto all’associazione non conviene più“. Il Gip ha infine disposto anche il dissequestro dei beni patrimoniali delle associazioni.
Scritto da Elian Lo Pipero e Gina Lo Piparo