Tre stupratori impuniti: i processi si chiudono perché sono irreperibili
Prima i termini di prescrizione non si interrompevano, adesso sì. Quindi gli imputati se non vengono rintracciati restano impuniti
Per tre uomini accusati, a seconda delle rispettive posizioni, di tentato stupro, violenza privata, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate di violenza di genere, ci sono state tre sentenze di non luogo a procedere. Sono state emesse lo stesso giorno dallo stesso giudice del Tribunale di Roma. I processi non si possono celebrare perché gli imputati sono irreperibili. Questo è uno dei tanti “effetti collaterali” introdotti dalla riforma firmata dall’ex ministro alla Giustizia, Marta Cartabia che, a ben guardare, per gli imputati è come un incentivo a sparire dalla circolazione, con la certezza di restare impuniti.
Un romeno ha tentato di violentare tre donne
Il primo processo chiuso senza un verdetto vedeva imputato un romeno 67 anni, Costantin Marian Saracila, accusato di aver tentato di violentare, nell’arco di quattro giorni, due giovani romane, dipendenti di un salone di bellezza della Capitale. La prima vittima era riuscita a scampare allo stupro, divincolandosi dalla presa e rifugiandosi nel centro estetico. Qualche giorno dopo l’uomo era tornato sul posto e aveva aggredito un’altra commessa di 33 anni durante la pausa pranzo. «È tanto tempo che non tocco una donna… mi piaci» le diceva, ma anche questa volta l’estetista era riuscita a liberarsi e a scappare.
Un mese dopo, il romeno aveva assalito un’altra donna, mentre apriva lo sportello per salire in auto: solo l’intervento provvidenziale di un passante, aveva evitato il peggio. Per questo Saracila, oltre al duplice tentato stupro, è accusato di violenza privata. Tutti reati aggravati dal fatto di essere sotto l’effetto di alcol, ma rimasti impuniti perché il romeno è sparito dalla circolazione e ieri il giudice non ha potuto evitare di emettere una sentenza di non luogo a procedere. Se sarà rintracciato dalle forze dell’ordine, prima che decorrano i tempi di prescrizione, il procedimento sarà riaperto altrimenti le tre vittime resteranno senza giustizia.
Il titolare di un forno
Un altro imputato che, scomparendo dalla circolazione, è riuscito ieri a farla franca è Safet Xharraj, 49 anni, contitolare di un forno romano, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di una sua dipendente. Mentre la ragazza andava in bagno all’interno del negozio, lui si era tirato giù i pantaloni mentre afferrava il polso sinistro della ragazza, causandole un trauma. «Così compiendo atti idonei diretti in modo non equivoco a consumare un rapporto sessuale – si legge nell’imputazione della Procura capitolina – Non riuscendovi per la pronta reazione della vittima».
Fra gli impuniti anche un imputato di maltrattamenti in famiglia
Anche il processo contro un 44enne fiorentino, Silvio H., ha avuto la stessa sorte. L’uomo era accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate: avrebbe picchiato, minacciato e umiliato – fino al luglio del 2020 – la sua compagna e il figlio undicenne di lei. «Non vali niente – le diceva – Tanto ti trovo e ti taglio tutta. Ti ammazzo se chiami l’ambulanza, comunque ti trovo e ti ammazzo ».
Come era prima
Prima dell’entrata in vigore dell’articolo 420 quater del codice di procedura penale, nel caso in cui non si riusciva a notificare all’imputato gli avvisi di udienza, il processo era rinviato “sine die”, ma i termini di prescrizione si interrompevano. Invece ora, con la riforma Cartabia, «il giudice pronuncia sentenza inappellabile di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo da parte dell’imputato» e i termini di prescrizione continuano a correre. Il processo si può riaprire solo nel caso in cui l’imputato viene rintracciato: le forze dell’ordine hanno tempo fino a quando il reato non è prescritto».
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