Le tredicesime saranno più pesanti: sensibili aumenti con la tassazione agevolata
Il governo vuole detassare la mensilità aggiuntiva. Per lavoratori e pensionati a fine anno potrebbe esserci una specie di “bonus”
Tra gli emendamenti previsti nella delega alla riforma fiscale, c’è un provvedimento che riguarda le tredicesime. La sua approvazione consentirà di ridurre le tasse su questa mensilità aggiuntiva. Infatti, in proposito, si legge che “i redditi riconducibili alla tredicesima godranno di una tassazione agevolata rispetto alle aliquote per scaglioni di reddito previste dall’Irpef”. Vediamo di capire le conseguenze positive di questo emendamento.
Attualmente la tredicesima è considerata reddito imponibile a tutti gli effetti, e come tale su di essa gravano sia l’Irpef che i contributi previdenziali. Addirittura, dal momento che su essa non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico, le trattenute Irpef risultano più pesanti. Infatti l’importo della “mensilità aggiuntiva” è sempre più basso rispetto allo stipendio.
Le tredicesime considerate come “reddito aggiuntivo”
Il governo nel suo emendamento prevede di assimilare le tredicesime ad un “reddito aggiuntivo” e quindi assoggettarle ad un’aliquota agevolata. Per ora non si sa ancora quale aliquota verrà applicata, né se sarà unica per tutte le fasce di reddito. C’è da tenere in considerazione però che poco tempo fa il viceministro dell’Economia Maurizio Leo aveva spiegato che si pensava ad un’aliquota agevolata del 15 per cento. Se così fosse, volendo fare un esempio, un lavoratore che ha un imponibile di 20mila euro annui, si troverebbe a pagare il 15% di Irpef anziché l’attuale 25%. E per chi rientra negli scaglioni successivi il vantaggio fiscale sarebbe ancora più sostanzioso. In sostanza si tratterebbe in una sorta di bonus aggiuntivo corrisposto nella busta paga di dicembre, il cui importo varierà in base al reddito.