Tributi, la Cassazione ha deciso: non li paghi più | Tutti sospesi fino a nuovo ordine
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Tributi - fonte pexels - palermolive.it (2)
Con questo decreto ti spostano in avanti le scadenze per pagare una serie di tributi, per un po’ puoi non pensarci
La Corte di Cassazione, con il decreto n. 1630 del 23 gennaio 2025, è intervenuta nuovamente sull’interpretazione dell’articolo 67 del Dl 17 marzo 2020, n. 18, noto come “Decreto Cura Italia“, in tema di sospensione dei termini durante l’emergenza Covid. La normativa prevedeva la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza per attività di liquidazione, controllo, accertamento, contenzioso e riscossione nel periodo compreso tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020. Il dibattito giurisprudenziale ruotava attorno all’applicabilità della sospensione ai soli termini in scadenza entro il 2020 o anche a quelli futuri, ma già in corso durante il periodo di sospensione.
Il nodo interpretativo è stato sollevato dalle Corti di giustizia tributaria di Gorizia e Lecce, che hanno richiesto alla Corte di Cassazione un chiarimento sul perimetro applicativo della sospensione. Le ordinanze di remissione hanno evidenziato la divergenza tra due principali orientamenti: uno favorevole all’estensione della sospensione anche ai termini in scadenza negli anni successivi al 2020, e l’altro limitato esclusivamente ai termini con scadenza entro l’anno emergenziale.
Con l’ordinanza n. 960 del 15 gennaio 2025, la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha posto fine al dibattito, stabilendo che la sospensione prevista dall’articolo 67 si applica anche ai termini che, pur non scadendo nel 2020, erano in corso durante il periodo emergenziale. La Corte ha chiarito che il periodo di sospensione comporta uno spostamento in avanti dei termini per la stessa durata della sospensione, estendendo così l’effetto della proroga anche agli anni successivi.
La Cassazione ha fondato la propria decisione sul richiamo all’articolo 12, comma 1, del Dlgs n. 159 del 2015, che prevede la sospensione dei termini di versamento e di adempimenti processuali in caso di eventi eccezionali. Tale interpretazione è stata considerata coerente con lo spirito del “Decreto Cura Italia“, volto a garantire flessibilità e tutela durante il periodo straordinario della pandemia.
L’inammissibilità dei rinvii pregiudiziali
Alla luce della decisione assunta con l’ordinanza n. 960/2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i rinvii pregiudiziali sollevati dalle Corti tributarie di Gorizia e Lecce, in quanto la questione era stata già definitivamente risolta. Questo passaggio ha sancito la chiusura di un percorso giurisprudenziale che aveva alimentato incertezze e contenziosi negli ultimi anni. L’interpretazione adottata dalla Suprema Corte ha un impatto significativo sugli accertamenti fiscali relativi agli anni precedenti al 2020.
Ad esempio, un avviso di accertamento per omesso versamento Imu relativo al 2019, il cui termine ordinario di decadenza sarebbe scaduto il 31 dicembre 2024, beneficerà della proroga di 85 giorni, posticipando la scadenza al 26 marzo 2025. Questo principio garantisce uniformità nell’applicazione della sospensione Covid e riduce il rischio di contenziosi futuri.
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Chiarezza normativa e certezza del diritto
L’orientamento della Cassazione mira a consolidare la certezza del diritto, risolvendo le ambiguità interpretative emerse nei diversi tribunali di merito. L’applicazione uniforme della sospensione dei termini permette agli enti impositori e ai contribuenti di operare con maggiore chiarezza, evitando ulteriori contenziosi e garantendo l’adeguamento delle scadenze alle circostanze eccezionali della pandemia.
Con questa pronuncia, la Corte di Cassazione ha posto fine a un contenzioso giuridico che aveva sollevato numerose incertezze negli ultimi anni. Il principio stabilito assicura che tutti gli atti i cui termini di decadenza o prescrizione erano in corso tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 beneficeranno della proroga di 85 giorni, indipendentemente dall’anno di scadenza. Questo intervento rafforza il principio di equità procedurale e garantisce coerenza nell’applicazione della normativa emergenziale.