Troppi farmaci prescritti, medici internisti invertono rotta

Con la ‘de-prescrizione’ si punta a ridurre ai pazienti la lista dei farmaci non strettamente necessari. Perché, avvertono gli specialisti, a volte ‘meno è meglio’

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I medici internisti hanno segnalato che si prescrivono troppi farmaci, soprattutto agli anziani: esistono e crescono i rischi di pericolose interazioni per la salute. Dagli specialisti parte un nuovo approccio, più precisamente  il ‘deprescribing’,  la ‘de-prescrizione’, che punta a ridurre la lista di medicinali non strettamente necessari ai pazienti. Perché, a volte, ‘meno e’ meglio’. Specialmente gli anziani. Con le politerapie, arrivano a prendere anche 6 medicine contemporaneamente, e, se vengono ricoverati, sono dimessi con qualche prescrizione in più. Nel rapporto sull’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia presentato mercoledì scorso da Aifa, l’agenzia del farmaco, c’è un ampio margine di inappropriatezza. Il primo medicinale per il quale si può immaginare un impiego non giustificato è la vitamina D. Il direttore di Aifa Nicola Magrini si dice preoccupato: «Manca l’evidenza sulla reale efficacia rispetto alla presunta protezione da infezioni, Covid compreso. Queste notizie circolano e vanno combattute».

Sospetti di inappropriatezza

Ma ci sono sospetti di inappropriatezza anche sugli antiaritmici, come il dronedarone. Sono stati segnalati casi di interferenza fra principi attivi della coagulazione, come ad esempio Fans e aspirina, dati spesso insieme. Il 50% degli over 65 hanno preso un antibiotico almeno una volta durante l’anno, percentuale che cresce fino al 70-80% negli over 85. Si punta dunque sulla «deprescrizione», cioè la progressiva riduzione di pillole giornaliere. Le dosi giornaliere di medicine aumenta con l’età.

Ipertensivi, antibiotici, gastroprotettori e anti osteoporosi

Le tre classi terapeutiche al top della classifiche dei consumi sono anti ipertensivi, antibiotici e gastroprotettori. Il fenomeno dell’eccessivo ricorso ai farmaci appare nella sua interezza nelle Rsa, le residenze per anziani. Vengono somministrati troppi lassativi, antipsicotici di vecchia data e vitamine. Inoltre c’è il caso degli anti osteoporosi per i quali, dice il farmacologo dell’istituto Mario Negri, Silvio Garattini «non c’è nessuna evidenza di efficacia».