In Trentino, in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino, da un gruppo di escursionisti è stata rinvenuta la carcassa di un orso. Si tratta di M62, uno dei tre «condannati a morte» dal presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti perché considerati pericolosi, dopo l’aggressione che ha portato all’uccisione di Andrea Papi da parte dell’orsa Jj4. L’identità dell’orso M62, rinvenuto, in stato di decomposizione, è confermata dalle marche auricolari. A stabilire le cause della morte sarà l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie”. Infatti non sono ancora chiare le cause della morte dell’orso.
Ma se il decesso dell’animale, fosse ricondotto alla mano dell’uomo, «il presidente della Provincia ne porterebbe la responsabilità morale», ha detto l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. La Brambilla ha comunque ammette la possibilità che siano state cause naturali a togliere la vita all’animale: «I boschi sono pieni di insidie, anche per gli orsi. L’esame necroscopico chiarirà di che cosa è morto M62, un maschio giovane, di circa 4-5 anni» che non aveva mai aggredito nessuno. Ma, ha precisato, se il plantigrado fosse vittima di bracconaggio, «quanto agli eventuali esecutori materiali, agiremmo in ogni sede perché non restino impuniti». Un presidio animalista si è riunito a Sabbionara di Avio, sotto casa del presidente della provincia. «Assassino! Assassino!», intonavano i cori, mentre la portavoce annunciava di aver fatto richiesta di accesso agli atti sulla morte di M62.
“Le ferite sulla carcassa di M62,5 anni, ritrovato morto sul gruppo del Brenta, sopra il lago di Molveno, sono probabilmente da attribuire all’attacco di un maschio di orso adulto”. L’ipotesi è avanzata dal Corpo forestale trentino, intervenuto per la rimozione dell’animale e per i necessari accertamenti dopo la segnalazione di alcuni escursionisti. “Un’ipotesi che potrà trovare conferma nei prossimi giorni dalle analisi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, ha fatto fa sapere la Provincia. Gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l’intero arco dell’anno. Nella stagione degli amori, che è già iniziata, questo rischio aumenta.