Truffa del finto carabiniere, quattro episodi nel giro di pochi mesi: arrestato un 34enne

L’Arma raccomanda massima attenzione: i veri carabinieri e tutte le forze dell’ordine non si rivolgono al cittadino per chiedere somme di denaro o oggetti di valore quali cauzioni

È ritenuto responsabile di quattro truffe aggravate commesse a Palermo con la tecnica del finto carabiniere, tra settembre e dicembre del 2023. I carabinieri della stazione di Palermo Crispi, al termine di complesse indagini, hanno arrestato un 34enne di Pomigliano D’Arco (NA). Il modus operandi con cui le vittime, tre donne e un uomo, sono state truffate è stato sempre lo stesso: telefonicamente, un sedicente appartenente all’Arma dei carabinieri o avvocato, prospettava all’anziano il coinvolgimento di un suo stretto congiunto in un grave sinistro stradale. A tale funesta notizia, seguiva la richiesta di una somma di denaro, a titolo di cauzione, per la liberazione del familiare, trattenuto in custodia in caserma perché responsabile dell’incidente.

La truffa

Poco dopo questo contatto telefonico, a casa della vittima si presentava un complice che qualificandosi come incaricato del Tribunale per la riscossione della cauzione, si faceva consegnare tutto il denaro contante che l’anziano aveva a casa nonché monili e oggetti preziosi. Complessivamente, il valore stimato della refurtiva raccolta nelle quattro truffe indagate è stato di 9000 euro in contanti e di 32.000 euro in preziosi.

L’analisi delle immagini degli impianti di videosorveglianza della città, le testimonianze raccolte e le altre indagini svolte, hanno permesso ai militari della stazione di Palermo Crispi di raccogliere un grave quadro indiziario a carico dell’arrestato che è stato vagliato dall’Autorità Giudiziaria e posto a fondamento della misura cautelare emessa a carico del pomiglianese.

I carabinieri della Stazione di Pomigliano D’Arco hanno potuto così eseguire l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Palermo.

Anziana truffata a Palermo

Il 31 ottobre 2024, i Carabinieri della Stazione di Resuttana Colli hanno già arrestato in flagranza di reato l’autore di una analoga truffa.

Nel corso di un servizio di controllo del territorio, nei pressi di via Ferdinando Palasciano, i militari hanno notato l’indagato entrare all’interno di un condominio con un atteggiamento sospetto, per poi osservarlo uscire velocemente dopo pochi minuti. I carabinieri pertanto avevano deciso di fermare l’uomo che, perquisito, è stato trovato in possesso di un sacchetto di velluto al cui interno sono stati rinvenuti dei gioielli per un valore di 20.000 euro.

L’immediato intervento dei militari e le verifiche eseguite dagli stessi hanno permesso di delineare quanto si era verificato solo qualche istante prima. In particolare, un’anziana, residente nello stabile dal quale era stato visto uscire il 26enne, era stata raggirata attraverso l’ormai consueto escamotage dell’incidente stradale grave provocato dal figlio. Alla donna, raggiunta telefonicamente da un falso dipendente del Tribunale di Palermo, era stata prospettata la necessità del pagamento di una cauzione per il rilascio del figlio trattenuto in caserma. Poche disposizioni ricevute al telefono e l’anziana, in preda ad un forte stato d’ansia, aveva atteso l’arrivo di una persona, in questo caso il 26enne, che si era presentato a casa sua per la riscossione del cospicuo bottino. L’attività d’indagine dei carabinieri ha pertanto permesso di far luce su quanto avvenuto in danno all’anziana donna, bloccando tempestivamente l’indagato e restituendo alla malcapitata i suoi gioielli.

L’arresto è stato convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo.

Attenti alle truffe

Restano ferme le raccomandazioni che quotidianamente l’Arma dei carabinieri diffonde ai fini di prevenire i reati di truffa dove, gli autori del reato, facendo leva sulle più intime preoccupazioni delle anziane vittime contattano le stesse, spacciandosi per sedicenti “professionisti” e prospettano il pagamento di somme di denaro a titolo di cauzione che servono per il risarcimento del danno o per il pagamento delle spese di giustizia.

I veri carabinieri e tutte le forze dell’ordine non si rivolgono al cittadino per chiedere somme di denaro o oggetti di valore quali cauzioni perché, l’ordinamento giudiziario italiano non prevede il pagamento della cauzione per il rilascio delle persone arrestate o ristrette nelle camere di sicurezza. Per questi motivi, bisogna dubitare delle telefonate ricevute, contattare dopo aver chiuso la conversazione il numero di emergenza unico 112 o rivolgersi ad uno dei tantissimi Comandi Stazione dislocati sul territorio.

L’immediata denuncia resta l’unico strumento che può consentire alle forze dell’ordine di porre rimedio alle truffe e identificare agli autori del reato.

È obbligo rilevare che l’odierno indagato è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza.

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