Truffa online a un palermitano, Postepay condannata al risarcimento
L’episodio risale al 2021
A causa di una truffa online un giovane lavoratore palermitano si è visto svuotare in due giorni il conto corrente. Il fatto è accaduto nel maggio 2021, quando il titolare del conto corrente ha notato che il suo saldo era di poco più di un euro e che erano state fatte diverse operazioni on line in favore di soggetti sconosciuti, da lui mai autorizzate, per un totale di oltre 4 mila euro.
A quel punto il ragazzo ha bloccato la carta e fatto denuncia ai Carabinieri, chiedendo anche il rimborso a Postepay. Quest’ultima ha però negato la richiesta del correntista: “da riscontri sulle evidenze elettroniche in nostro possesso ed a valle degli approfondimenti effettuati – ha fatto saper Postepay -, è emersa la legittimità delle stesse transazioni. Siamo pertanto spiacenti di doverle comunicare che non è possibile accogliere la Sua richiesta di rimborso”.
RICORSO VINTO E RISARCIMENTO
A quel punto il ragazzo è ricorso alle vie legali, affidandosi agli avvocati Alessandro Palmigiano e Mattia Vitale la cui tesi era chiara: il loro cliente non aveva mai avuto alcun rapporto con i beneficiari dei bonifici e non aveva approvato tali operazioni. Dunque, il sistema di PostePay non era sicuro.
il Giudice di Pace Antonino Galatolo ha dato pienamente ragione al lavoratore palermitano, condannando Postepay a risarcire dell’intera somma derubata il suo correntista
“Sono lieto della sentenza, che interviene in una casistica molto diffusa – ha dichiarato Alessandro Palmigiano, Managing Partner dello studio legale – poiché le norme a tutela del correntista, in particolare il decreto legislativo numero 11/2010, recentemente modificato dal decreto legislativo numero 218/2017, stabiliscono precisi obblighi a carico delle banche e di Poste, che sono tenuti, per esempio, ad assicurare che le credenziali di sicurezza non siano accessibili ad altri ed a verificare l’identità dell’utente che effettua le operazioni adottando il miglior sistema tecnologico esistente e, se non lo fanno, devono restituire le somme sottratte illecitamente al cliente”.