“U Ballu di Diavuli” torna a Prizzi: la tradizionale festa di Pasqua dopo due anni di pandemia

Dopo lo stop imposto dal Covid negli ultimi due anni, torna a Prizzi la celebre manifestazione folcloristica

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Torna a Prizzi “U Ballu di Diavuli”, manifestazione tradizionale legata alla Pasqua, impedita negli ultimi due anni dall’avvento della pandemia. Si potrebbe definire come un miscuglio di elementi provenienti da matrici diverse: i riti pagani legati all’equinozio di primavera si mescolano con gli elementi della tragedia greca e s’innestano sulla cristianità. Ne viene fuori uno spettacolo originale, basato su una serie di dicotomie che la Pasqua porta con sé: morte/resurrezione, bene/male, luce/oscurità.

Pasqua 2022, a Prizzi torna “U Ballu di Diavuli”

Un’organizzazione complessa da ultimare in poco tempo, come spiega a Palermo Live Giuseppe Girgenti, presidente della Pro Loco Hippana Prizzi. “Dopo due anni è una festa per tutti. Stiamo riprendendo tutta l’organizzazione in fretta e furia”, commenta.

La parte folcloristica delle festività pasquali a Prizzi è infatti organizzata, ormai da anni, proprio dalla Pro Loco. E “U Ballu di Diavuli” si tiene rigorosamente la domenica di Pasqua, dalle 15 alle 23.30.

“Abbiamo avuto il via libera dopo il 31 marzo – spiega Girgenti -. Aspettavamo, da un lato, la fine dello stato d’emergenza e, dall’altro, la riunione della Conferenza episcopale. Come sempre c’è stata una sinergia tra istituzioni ecclesiastiche e civili-politiche. Anche se lo stato d’emergenza è cessato, stiamo adottando, naturalmente, un protocollo sanitario che ci permetterà di stare tranquilli”.

La notizia del ritorno de “U Ballu di Diavuli” ha suscitato grande entusiasmo nei residenti di Prizzi e non solo. Sono numerosi coloro che, anche dalle località limitrofe, si recano a vedere la manifestazione, che spicca per tutta una serie di peculiarità. Costumi scenografici e spettacolarità dei riti contrassegnano, infatti, quella fusione tra fede e folclore caratteristica del “Ballo dei Diavoli”.

Costumi e ritualità

Nella rappresentazione il trionfo del Bene sul Male è la vittoria di Cristo Risorto sui Diavoli e sulla Morte.  L’iconografia de “U Ballu di Diavuli” si basa su costumi e maschere caratteristiche.

I Diavoli indossano una tuta di tela di iuta di colore rosso porpora. Un richiamo al fuoco dell’inferno, che si unisce a una pesante maschera di ferro di colore rosso scuro. Da una larga bocca fuoriescono la lingua e i grossi denti. La maschera è inoltre munita di corna di montone e di vello di pecora, che ricopre le spalle dei personaggi. Questi agitano e sbattono sulla maschera tranci di catene, come a simboleggiare la momentanea libertà del male.

La Morte indossa invece una tuta di iuta di colore giallo e una maschera di cuoio, che ricorda un teschio. Dalla bocca escono denti aguzzi e tiene in mano uno strumento, che nelle fattezze simula una balestra. Con questo dirige le malefatte dei Diavoli e punta le vittime prescelte, le quali possono salvare la loro anima dall’inferno offrendo un obolo.

Dopo il ballo, i Diavoli e la Morte cominciano ad agitarsi freneticamente. Cercano di impedire, infatti, l’incontro tra Cristo Risorto e la Madonna correndo da una statua all’altra. Tuttavia la distanza tra i due si riduce sempre più, fino a che non si ritrovano uno di fronte all’altra. All’intonare dell’Inno di Benedizione da parte della banda, quindi le due statue si corrono incontro e finalmente, al terzo inchino, il manto nero della Madonna cade per lasciare il posto a quello azzurro smagliante. I Diavoli e la Morte sono dunque in trappola: li uccidono gli Angeli con le loro spade sguainate.

Una manifestazione che, come si vede, si basa su precisi riferimenti iconografici e una precisa ritualità. Colori, costumi e gesti concorrono a formare lo spettacolo che termina col Bene che trionfa sul Male, la Resurrezione che vince sulla morte.

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