Continuano le indagini sull’uomo di 50 anni ucciso a coltellate a Nizza Monferrato, in provincia di Asti. C’è la confessione della figlia 18enne, che avrebbe detto ai carabinieri: “Sono intervenuta per difendere mia madre. Allora papà mi ha inseguita e presa a pugni. Mamma ha tentato di difendermi. E lui ha ricominciato a prendere a schiaffi anche lei. Era esperto di karate e arti marziali, sapeva dove colpirci in modo che i lividi non si vedessero. Ma ci ha sempre picchiate. Non volevo che lo facesse. Ero stanca. Mi sono difesa”, ha raccontato nella caserma dei carabinieri. La vittima, uccisa a coltellate, è Akhyad Sulaev, 50 anni, immigrato in Italia alcuni anni fa con la moglie e quattro figli. La più grande di loro, Makka, sarebbe la colpevole dell’omicidio. I carabinieri per ricostruire l’accaduto stanno ascoltando le testimonianze di chi era presente in casa.
La lite sarebbe scoppiata dopo che l’uomo si era licenziato dal suo impiego in un ristorante della zona. In quella stessa attività lavoravano anche la moglie e la 19enne, quando era libera dagli impegni scolastici. Ci sarebbe stata una discussione per strada tra il 50enne e la moglie. Secondo i testimoni, lui gesticolava, lei annuiva, ma non ci sono riscontri su che cosa si siano detti. Pare che lui pretendesse che anche i suoi familiari si licenziassero.
Gli inquirenti pensano che la discussione sia proseguita in casa, finché la 19enne non ha impugnato il coltello per proteggere sua madre. Sembra che Akhyad volesse il controllo totale sulle due donne: il movente sarebbe quindi riconducibile alle violenze subite dalla moglie del 50enne e dalla figlia, maltrattamenti che, da quanto raccontato, andavano avanti ormai da tempo.