L’ennesima lite è finita nel peggiore dei modi, con un padre che ha ucciso il figlio di 28 anni. È accaduto a Canelli, in provincia di Asti, ed il movente sarebbero i soldi, i tanti debiti che il ragazzo aveva accumulato negli anni forse per il vizio del gioco. Aveva chiuso la tabaccheria che gestiva ad Alba ormai da cinque anni, ed era tornato a vivere a casa con il padre: la madre era morta sette anni prima per un male incurabile. Ma nell’ultimo mese la situazione era peggiorata. Il delitto è avvenuto all’alba, ed è stato lo stesso assassino a chiamare intorno alle 9 di mattina i carabinieri e a costituirsi. Con la voce tremante ha detto: «Venite, ho ucciso mio figlio Valerio a coltellate. Non ce la facevo più. Fate presto. Vi aspetto qui in casa». I protanisti di questo dramma sono Piero Pesce, il padre, un 61enne ex lavoratore della Riccadonna, ora dipendente dell’Enotecnica di Nizza Monferrato, e il figlio Valerio che aveva 28 anni.
Il litigio tra i due era iniziato la sera prima. Ma era solo uno dei tanti. In casa le discussioni erano ormai all’ordine del giorno, e riguardavano sempre i soldi. Per il padre Valerio aveva rovinato la famiglia. Ha aspettato che il figlio si addormentasse per accoltellarlo. I fendenti inferti sono stati numerosi. Si è accanito su di lui più e più volte, forse per essere davvero sicuro di averlo ucciso. O, chissà, forse per sfogare tutta la rabbia covata per anni. Le indagini, sono ancora in corso per ricostruire nei dettagli quanto accaduto. I militari hanno fermato il padre e lo hanno portato in caserma. Il corpo del ragazzo è stato trovato nella sua camera da letto in un lago di sangue. Sul numero di coltellate farà chiarezza l’autopsia che la procura ha disposto nei prossimi giorni. La scientifica dell’Arma ha già sequestrato il coltello e eseguito i rilievi nell’alloggio, in modo da verificare che tutto combaci con la versione fornita dal 61enne.
Fonte foto frame Tgcom24