Concetta Gioè, una clochard senzatetto palermitana di 68 anni, è stata trovata morta questa mattina sul sagrato della Chiesa di Santa Caterina, nel centro di Messina. È stato notata alle prime luci dell’alba davanti alla chiesa, che si trova sulla centralissima via Garibaldi, a poca distanza da piazza Cairoli. Il corpo inanimato della donna è stato trovato proprio nel luogo dove la gente del quartiere la vedeva da qualche tempo: le scale dell’ingresso laterale della chiesa di Santa Caterina, nel centro di Messina.
La morte della clochard, stando ai primi rilievi del medico legale, non è avvenuta per cause naturali. Ha diverse ferite da taglio sul corpo e sul collo forse provocate da un coltello o dai cocci di una bottiglia rotta. E dunque si sospetta che sia stata uccisa. Ma chi può aver voluto la morte di una donna che passava le sue giornate tra le scale di quella chiesa? La procura ha aperto un’inchiesta e sono in corso accertamenti. Si stanno controllando le telecamere di sorveglianza della zona e si cercano testimonianze sulle ultime ore di vita dell’anziana donna.
Concetta Gioè, era originaria di Palermo, ma da qualche settimana viveva a Messina e aveva rifiutato qualsiasi tipo di aiuto. Il sagrato della chiesa di Santa Caterina era diventato il suo rifugio e il suo letto. Ad accorgersi che qualcosa non andava, stamattina all’alba, è stato un passante che ha avvertito il 118. Ma quando l’ambulanza è arrivata la donna era già morta. Attorno a lei tanto sangue. Dall’esame del cadavere da parte del medico legale si sono quindi scoperti quei tagli, sul corpo, alle braccia, nel petto e alla gola. Gli investigatori dei carabinieri non tralasciano alcuna pista ma quella al momento privilegiata è proprio l’omicidio, come dal comando provinciale dell’Arma hanno confermato in mattinata.
Padre Franco Pati, responsabile delle Case accoglienza di Messina, ha parlato di Concetta Gioè, la clochard morta: «Da qualche settimana stava qui a Messina. Era di passaggio. Noi abbiamo cercato di aiutarla ma rifiutava spesso il nostro supporto. Era una persona molto instabile che aveva problemi mentali». Il sacerdote ha anche detto che «veniva seguita in una casa di accoglienza, dove alcune volte si fermava a dormire o a mangiare. Abbiamo anche contattato la sua famiglia a Palermo, le abbiamo preso un appuntamento telefonico con il figlio, ma lei non ci ha voluto parlare. Non seguiva i nostri consigli e spesso si accompagnava con persone anziane molto strane, non so quanto raccomandabili».