Uccise l’amante incinta a coltellate, annullata la condanna lieve in appello a Antonino Borgia

Borgia

La Cassazione ha annullato la sentenza in appello che aveva revocato l’ergastolo per Antonino Borgia, imprenditore 55enne che a Partinico il 22 novembre del 2019 uccise con diverse coltellate la 30enne rumena Ana Maria Lacramioara Di Piazza di Giardinello. I due avevano una relazione extraconiugale e la donna era incinta. 

A dicembre in appello era stato tolto l’ergastolo all’uomo precedentemente stabilito da sentenza di primo grado dell’aprile 2021. Tra le motivazioni di una “lieve condanna” il fatto che secondo i giudici d’appello l’imprenditore nel commettere l’omicidio non era stato “spietato” così come venne ricostruito dalle indagini portate avanti dai Carabinieri di Partinico. L’azione criminosa, ovviamente non giustificabile, secondo i giudici, fu frutto della paura di Borgia perdere la propria famiglia a causa della scoperta del rapporto extraconiugale.

L’assassino voleva bruciare il corpo 

La donna fu inseguita e uccisa per strada, Borgia abbandonò il corpo in un terreno abbandonato sulla statale 113 e voleva anche bruciarlo. E secondo le indagini, l’uomo sarebbe presto andato via dall’Italia: infatti in quei giorni, dopo aver commesso il femminicidio, era stato in un commissariato di polizia per ottenere il passaporto. 

Le richieste della Cassazione

Adesso la richiesta della Cassazione alla corte d’appello è quella di pronunciarsi nuovamente su due capi d’imputazione dalla quale Borgia era stato assolto, ovvero: premeditazione e dei motivi abietti. L’imprenditore aveva ottenuto una condanna a 19 anni e 4 mesi, ma ora rischia nuovamente l’ergastolo. Al processo la mamma di Ana e il figlio 11enne si sono costituiti parte civile nel processo, ad assisterli l’avvocato Angelo Coppolino. 

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