Progettava da mesi di fare fuori tutta la famiglia, ma il piano non le è riuscito. E a fare le spese del diabolico disegno omicida è stato solo il padre, Aldo Gioia, 53 anni di Avellino. Elena voleva liberarsi di tutti quelli che si opponevano alla sua storia con Giovanni. Ne parlava spesso con quel ragazzo più grande di lei di cinque anni, che aveva già avuto a che fare con la giustizia. Implicato in un piccolo giro di spaccio, violento al punto da rimediare già qualche denuncia per aggressione e lesioni. L’ultima nel 2019, a giugno, quando ha minacciato con una sciabola proprio il padre della sua ragazza .
In quell’episodio non ci fu nessuna conseguenze fisiche, ma segnò una ferita profonda nella famiglia Gioia, formata da papà Aldo dipendente della Fca di Pratola Serra, dalla moglie Liliana Ferraiolo, e due figlie: Elena 18 anni, la ribelle di casa, ed Emilia, 23 anni, studentessa, più vicina ai genitori. In famiglia erano tutti contrari alla relazione che aveva Elena con Giovanni Limata. Un ragazzo che non ha una buona fama. La storia tra i due era cominciata due anni fa, e subito venne scoperta dai genitori della ragazza. Lei, Elena, all’epoca 16enne, non sopportava i divieti dei genitori, e gli scontri in famiglia si fanno sempre più accesi. La madre cerca di mediare, così come la sorella. Il padre è il più fermo di tutti. Ma dopo l’episodio della sciabola, nessuno in famiglia è più disposto a spendere una parola per quel giovane, cui Elena sembra essere sempre più legata.
Alcuni mesi fa la ragazza ha cominciato a parlare con Giovanni di soluzioni radicali. Lui cercava di dissuaderla, ma lei riesce a convincerlo. Ha un piano perfetto: aspettare il momento in cui il padre di sera, dopo cena, si distende sul divano con la tv accesa. Di solito prende sempre sonno. A quel punto lei avrebbe avvisato il fidanzato, gli avrebbe aperto la porta e lo avrebbe fatto entrare. Lui avrebbe ucciso tutti e insieme sarebbero poi scappati per sempre.
Tutto era stato programmato per ieri sera. Ma non va come pensavano i due fidanzati. Giovanni, che incappucciato è entrato in casa di soppiatto, con il grosso coltello che aveva non è riuscito a finire il suocero con un colpo solo. Deve sferrargliene sette di coltellate, e la madre e la sorella di Elena che erano nelle stanze vicine si accorgono di quanto sta accadendo. La diabolica Elena è presente mentre Giovanni colpisce suo padre e comincia a urlare, dicendo che è una rapina. La madre avvisa il 113 e il 118. L’appartamento al quinto piano di un palazzo di corso Vittorio Emanuele viene invaso dalla polizia e dai soccorritori del 118.
Giovanni Limata nel frattempo è scappato ed Elena è lì a dire agli investigatori che si è trattato di una rapina. Ma le forze dell’ordine nel corso della notte hanno raggiunto Giovanni Limata in casa dei genitori. Il giovane ha cercato prima di negare ma il coltello è stato trovato e ci sono le sue impronte. Inoltre la stanza teatro dell’omicidio, il corridoio dell’appartamento e l’androne del palazzo sono pieni di sue tracce. Schiacciato dal peso delle contestazioni, Giovanni è crollato e ha ammesso tutto. Ha ucciso lui Aldo Gioia. Lo ha lasciato agonizzante e si è spaventato quando le due donne si sono messe a urlare. Non ce l’ha fatta a portare avanti il piano costruito con Elena ed è fuggito. Ma ha addossato alla sua ragazza tutte le responsabilità. Avrebbe progettato tutto lei e lo avrebbe convinto che quella era l’unica soluzione per vivere la loro storia.
Quel che è successo dopo la fuga lo ha raccontato poi Elena Gioia. Anche la 18enne è crollata. Ha cercato di sostenere la versione della rapina finita male, ma non ha retto alle domande pressanti degli investigatori. E non è servito neppure quell’aiuto confuso che la madre e la sorella pure hanno cercato di offrirle sulle prime. La ragazza è accusata di omicidio premeditato pluriaggravato, il fidanzato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Sono in stato di fermo ed entro domani subiranno l’interrogatorio del gip del tribunale di Avellino per la convalida.