“Ugolino”, omaggio a Mario Pupella al Cine “Vittorio De Seta”

Palermo omaggerà il grande artista, direttore del Teatro Sant’Eugenio, il prossimo 13 aprile ai Cantieri Culturali alla Zisa

Si intitola “Ugolino” ed è l’ultimo film inedito interpretato da Mario Pupella, scomparso lo scorso 22 gennaio. 
La proiezione del cortometraggio diretto da Manuele Trullu, si terrà giovedì 13 aprile alle 17:00 al Cinema “Vittorio De Seta”, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa in via Paolo Gili 4 a Palermo. 
Il film vede protagonista, nel ruolo dell’Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, il grande attore e regista , direttore artistico del Teatro Sant’Eugenio nel capoluogo siciliano. 
In considerazione della drammaticità di alcune scene, la visione di “Ugolino” non è consigliata a un pubblico facilmente impressionabile. 

L’OMAGGIO DI PALERMO AL GRANDE ARTISTA SCOMPARSO 

È stato proprio il regista sardo Manuele Trullu a volere fortemente dedicare una proiezione del cortometraggio inedito a Mario Pupella. 
Palermo potrà omaggiarlo in uno dei luoghi più iconici della cultura, i Cantieri della Zisa. 
A concedere lo spazio, l’assessorato alla Cultura del Comune, guidato da Giampiero Cannella
Un modo per ricordare l’immenso talento dell’attore, alle prese con il ruolo dell’Arcivescovo Ruggieri: un’interpretazione che Manuele Trullu definisce “straordinaria”.  
Prodotto da Lawrence Film e Zena Film – Production & Logistic, la pellicola beneficia del supporto della Fondazione Sardegna Film Commission.
“Ugolino”, distribuito da Pathos, vede quali interpreti anche Tiziano Polese e Rosalba Piras

LA STORIA 

La vicenda è ambientata a Pisa, nel 1289  in piena guerra tra Guelfi e Ghibellini.
Il Conte Ugolino parteggiò per i secondi pur appartenendo ai primi:  è per questo che Dante Alighieri lo colloca all’Inferno, precisamente nel XXXIII Canto, ovvero nel girone dei traditori della patria.
Raggiunto dalle forze militari dell’Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, Ugolino fu rinchiuso in prigione con l’accusa di tradimento assieme ai figli e ai nipoti nella Torre della Muda, dove morì per inedia. 
A infliggergli la disumana condanna è l’Arcivescovo: i due si scontreranno sui terreni emotivi dell’amore, del desiderio, della passione e dell’odio, sentimento che lì terrà legati nell’Inferno dantesco per l’eternità.
È una lotta tra cristiani, una lotta moderna, è la lotta dell’uomo.