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Nell’ultimo Dpcm c’è una imbarazzante svista sulle regole di Natale

Nel nuovo Dpcm , il numero 158, è stato inserito un provvedimento che disciplina i limiti agli spostamenti che dovranno essere osservati nel periodo delle festività natalizie. In esso è disposto che dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse Regioni o Province autonome. A meno che non sia motivato da esigenze lavorative, di salute o di necessità. Ancora più stringenti sono i vincoli stabiliti per le giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno posto che nei giorni citati (25 e 26 dicembre 2020 e 1° gennaio 2021), non sarà possibile uscire dal proprio Comune, tranne che per le già citate eccezioni: salute, lavoro, necessità.

MANCANO LE SANZIONI

Il fatto strabiliante, per certi versi, è che questa norma contenuta nel nuovo Dpcm non contiene sanzioni. E viene da pensare ai filosofi del diritto, che Giuseppe Conte certamente avrà studiato e poi insegnato. Studiosi che sono stati sempre concordi in una asserzione condivisa anche dal buonsenso comune: “Una norma senza sanzione, dal punto di vista giuridico non vale nulla, è come se non esistesse”. Ad accorgersi di questo “buco” è stato Francesco Clementi, già assistente di Giuliano Amato e che adesso insegna Diritto pubblico comparato nell’università di Perugia. In un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore ha spiegato questo pasticcio, con un filo di sarcasmo, scrivendo: «Il cosiddetto “decreto Natale”, è particolarmente interessante non soltanto per ciò che contiene, quanto – se non soprattutto – per ciò che non contiene. Il testo, infatti, è privo di sanzioni per la violazione dei decreti di circolazione».

SVISTA TECNICA O REGALO NATALIZIO?

Clementi si chiede, con un po’ di ironia, se si tratta di una svista tecnica o di un regalo natalizio. Si chiede se Conte avesse considerato che questo nuovo provvedimento si “appoggiava” sui Dpcm precedenti. Ed in particolare sul decreto 33 varato a maggio. E che, quindi, sarebbero valse le sanzioni di prima, consistenti in multe tra i 400 e i 1.000 euro. Ma non può funzionare così, perché le precedenti sanzioni non sono «congruenti» con il nuovo testo. Il decreto 33, infatti, riguardava gli spostamenti interregionali, limitati a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree».

DECRETI SOSTANZIALMENTE DIFFERENTI

Invece, durante le prossime feste, il blocco della circolazione sarà uniforme su tutto il territorio italiano, e non ha senso prevedere proibizioni e sanzioni adeguate e proporzionali al rischio delle singole regioni, giacché tutte stanno assumendo lo stesso colore giallo. Forse Conte intendeva fare applicare, invece, le “normali” pene previste dall’articolo 650 del Codice penale? Quello, cioè, che infliggono «l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a euro 206 a chi non osserva un provvedimento emesso dall’autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica».

GIUSTE SANZIONI PER CHI “SGARRA”

Il professor Clementi non crede a questa eventualità: prevedere di punire con il carcere chi non si attiene a questo divieto sarebbe «francamente sproporzionato. A maggior ragione sotto Natale». Per cui il premier Giuseppe Conte sarà dunque costretto, nei prossimi giorni, a correggere questa imbarazzante svista. Con un nuovo testo che preveda le giuste sanzioni per chi “sgarra”.

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Pippo Maniscalco