L’ultimo taglio di Gianni: addio al barbiere più amato della Noce

Gianni barbiere

Il covid si è portato via pure il barbiere della Noce. Per tutti era Gianni, il parrucchiere per uomo di via Serradifalco amico di tutti, quello da cui non andavi solo per tagliarti i capelli o per farti la barba, ma anche per passare qualche ora di allegria e di spensieratezza.

Quel salone di barbiere, forse non a caso, Gianni aveva voluto chiamarlo “La grande bellezza” come il film di Paolo Sorrentino che nel 2013 ha vinto l’oscar come miglior film straniero. Un mix di mondanità e di frivolezza, un palcoscenico della realtà, un luogo quasi onirico: tutto ciò era anche il locale di Gianni, in cui il padrone di casa era capace di mediare e animare incontri casuali, questioni politiche e religiose. E di rendere quel momento una festa. E poi il calcio e la sua Inter, che a volte seguiva anche di presenza. E quelle interminabili, quasi fanatiche, discussioni pallonare, tra rivalità, “sfottò” e campanilismo.

gianni barbiere
Gianni Battaglia

Non ce l’ha fatta Gianni. Dopo tanti tagli fatti nella sua lunghissima carriera, il Covid ha dato un taglio netto a lui. Quel maledetto virus, in maniera irriverente, è entrato a casa sua tre settimane fa, senza nemmeno bussare. E ha contagiato un po’ tutti. Tranne uno dei suoi figli. Ma solo con lui ha deciso di essere molto cattivo. Pochi giorni dopo il contagio Gianni ha dovuto lasciare la sua casa della Zisa. Tre infermieri incappucciati lo hanno strappato per l’ultima volta alla sua abitazione e ai suoi affetti e lo hanno portato di corsa all’ospedale Cervello. Qualche giorno di degenza e poi il trasferimento al Policlinico.

Prima l’ossigeno, poi il casco. Ma in famiglia erano tutti speranzosi. Il barbiere, a pochi giorni dal ricovero, era riuscito addirittura a guardare con lo smartphone, in collegamento con suo figlio, la sua amata Inter. Ma poi l’aggravamento, la terapia intensiva, la bassa ossigenazione, l’intubamento e, infine, la morte,a soli 57 anni, giunta inaspettatamente al termine di tre settimane in cui il covid non ha voluto mollare di un solo millimetro la presa sul suo già fragile corpo. Qualche anno fa, infatti, l’uomo aveva subito un delicatissimo intervento durante il quale gli era stato trapiantato un rene.

Quando una persona muore si dice sempre: “Era una brava persona”. E’ facile dirlo anche stavolta per Gianni, perché lui brava persona lo era davvero. Non privo di difetti, come tutti, il barbiere della Noce, però, ha lasciato un grande vuoto tra le tante, tantissime persone che lo conoscevano nella sua “grande bellezza” e non solo. A dimostrarlo sono i numerosissimi attestati di stima e di cordoglio che i suoi familiari stanno ricevendo in queste ore a casa e sui social. Un ultimo sguardo, l’ultimo colpo di pettine, l’ultima spruzzata di profumo e l’addio. Il Maestro se n’è andato, il suo cuore si è fermato, ma la saracinesca non si chiude. A continuare la sua opera due dei suoi figli, Giuseppe e Gigi, a cui Gianni ha tramandato arte, forbici e lame, ma anche la sua “preziosa” anima.