Un anno fa Palermo si svegliava apprendendo della morte di Biagio Conte. Una dipartita giunta dopo giorni in cui la piccola stanza all’interno della cittadella della Missione di Speranza e Carità, in cui il missionario laico ha trascorso la fine della sua vita, era divenuta meta di un vero e proprio pellegrinaggio. Numerosi i palermitani, e non solo, che sono accorsi per dire una preghiera, stargli vicino, dare un ultimo saluto. Quella stessa folla si è poi riversata sul posto dopo la sua morte, durante i funerali in Cattedrale e, prima, nel lungo corteo che aveva portato lì la salma.
Il ricordo di Biagio Conte resta indelebile nel cuore di Palermo. E non potrebbe essere altrimenti. Quella vita nata negli agi e terminata in povertà per via di una scelta consapevole: quella di darsi agli altri, al prossimo, a chi è vulnerabile. “Noi stiamo vivendo queste giornate ricordando Fratello Biagio – ha riferito Don Pino Vitrano, oggi responsabile della Missione di Speranza e Carità –. La sua figura non ci ha mai afflitto, anche se ovviamente nel momento in cui ci ha lasciati l’afflizione è nata, ma il Signore poi l’ha trasformata in gioia, perché noi lo sentiamo molto vicino e presente”.
Per ricordare il missionario laico, salutarlo e ringraziare Dio di averlo donato, la Missione di Speranza e Carità ha organizzato tre giorni di celebrazioni, iniziate il 10 gennaio. Oggi sarà l’ultimo appuntamento: alle 17.30, presso la chiesa Casa di Preghiera per tutti i Popoli di via Decollati, si terrà la celebrazione eucaristica nel primo anniversario della nascita in cielo di Fratello Biagio, presieduta dall’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, con la partecipazione degli Arcivescovi e dei Vescovi di Sicilia.
“Nella giornata in cui Fratello Biagio ci ha lasciati faremo la celebrazione eucaristica in via Decollati perché vogliamo ringraziare il Signore di avercelo donato – ha sottolineato Don Pino –. Forse anche per la nostra Missione era necessaria questa esperienza per fare uno stacco e un rilancio ancora più forte che ci impegna a livello spirituale, morale e sociale, in una società in cui c’è molto bisogno di quelli che sono stati la sua opera e il suo messaggio. Tra di noi maturava tutto nella gioia di collaborare insieme e guardare avanti su vari fronti senza scoraggiarci, nonostante tutto quello che abbiamo affrontato. Dio, però, non ci abbandona e anche Fratello Biagio non sarà con le mani in mano. In questo momento, c’è chi agisce dall’alto e chi dal basso in un’unica direzione e per un’unica causa”.