Un sondaggio in Russia: in tanti favorevoli ad aggressione Ue, anche atomica

Sconcertanti risposte di cittadini russi ad un sondaggio: l’86% ammette e sostiene la possibilità di una eventuale aggressione militare nell’Unione Europea, anche impiegando armi nucleari

Un sondaggio pubblicato da Active Group, un gruppo di ricerca ucraino, ha rivelato che sei russi su sette, l’86,6% del campione intervistato, sostengono in linea di principio che è possibile un’eventuale aggressione militare di Mosca a Paesi dell’Unione Europea. Non solo: il 75% degli intervistati tollererebbe  da parte della Russia l’impiego di armi nucleari. Il campione è stato consultato tenendo conto delle leggi restrittive russe che obbligano a usare la dicitura «operazione speciale» al posto di «guerra» e a definire «nazisti» le forze militari difensive ucraine. Andriy Eremenko, il fondatore di Active Group nel 2011 ha spiegato: «L’impressione generale che abbiamo ricavato dall’indagine è che i russi che hanno accettato di rispondere alle nostre domande dimostrino aggressività non solo verso l’Ucraina, ma anche nei confronti dell’Ue».

BERSAGLIO PRINCIPALE LA POLONIA, MA ANCHE BULGARIA, ROMANIA E UNGHERIA

I tre quarti del campione intervistato nel sondaggio, approverebbero l’eventuale estensione dell’attuale «operazione speciale in Ucraina» a ulteriori Paesi, e indicano nella Polonia il bersaglio preferito. L’idea di recuperare con la forza l’impero sovietico perduto nel 1991 con la fine dell’Urss sembra sorridere alla maggioranza dei russi. A cominciare dalla  Polonia, indicata dal 75,5% degli intervistati.  Ma  il 41,1% vorrebbe vedere i soldati russi nella veste di invasori e occupanti anche nelle tre Repubbliche baltiche, in Bulgaria, Romania e Ungheria. Il 39,6% pensa anche alla Cecoslovacchia , il 32,4% alla Georgia e il 28,8% alla Moldavia. Per questi russi sono Paesi «che dovrebbero “tornare alla madrepatria”». Meno del 5% si è azzardato ad approvare un attacco anche a Paesi dell’Europa occidentale.

NEL SONDAGGIO FORSE I RISULTATI DELLA PROPAGANDA ANTI OCCIDENTALE

La gran parte dei russi, dunque, pensa che i Paesi dell’Europa orientale che 30 anni fa hanno scelto ormai  di sfuggire al dominio russo e di far parte della comunità occidentale si trovino in una specie di libertà vigilata.  E che sarebbe pieno diritto della Russia rimetterli a forza sotto il proprio tallone. Solo il 17,6% del campione ha preferito non rispondere alle domande sull’estensione della «influenza militare russa» all’estero. E un insignificante 1,4% ha risposto che la Russia non dovrebbe espandersi. Assai meno, quindi , del 4,6% che sostiene l’opportunità di aggredire gli stessi Stati Uniti.

Per contro il 12,5% degli intervistati nel sondaggio vedrebbe di buon occhio un tentativo di Putin di mettere sotto controllo il mondo intero. Evidentemente un secolo di ossessiva propaganda anti occidentale ha lasciato segni indelebili nell’opinione pubblica russa. Anche se bisogna ricordare che Putin soffoca la libera informazione e inculca un’ideologia nazional-imperiale che ha ormai perfino riabilitato la sanguinaria figura di Stalin, presentato anche nelle scuole come artefice della grandezza nazionale.

C’È UNA MINORANZA OSTILE AL REGIME

Senza dimenticare, comunque, l’esistenza, soprattutto tra i giovani e i residenti nelle grandi città, di una coraggiosa minoranza chiaramente ostile al regime. Solo che è messa in condizione di non «disturbare il Manovratore».  Come, ad esempio,  Aleksei Navalny. Ma l’aspetto più impressionante riguarda l’accettazione dell’arma nucleare per aggredire i Paesi vicini «se Putin avesse informazioni sul loro possibile uso contro la Russia»: dal 40,3% arriva un sì incondizionato, dal 34,3% una disponibilità parziale e solo dal 25,4% un no secco. Occorre sperare che i vertici del regime siano più responsabili dei loro sudditi.

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