Due differenti versioni di sostenibilità prendono vita in cantina grazie a Melissa Sack Di
Giovanna, in collaborazione con Veronica Laguardia, fondatrice di Cru Vision
Il primo progetto si chiama Rufulía e prende il nome da un modo di dire siciliano per indicare un soffio di vento. È il nuovo vino nato nella Cantina Di Giovanna, azienda vitivinicola dall’anima cosmopolita situata nel territorio di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento e di Contessa Entellina, nel palermitano. La seconda novità è invece Sicilian Wine Wear, una linea di capi ispirata al vino siciliano da indossare a seconda del proprio stato d’animo. Deus ex machina di queste due nuove realtà è Melissa Sack Di Giovanna, intraprendente e intuitiva moglie di Gunther che insieme al fratello Klaus rappresenta la quinta generazione di una realtà nata nel lontano 1860 e divenuta nel tempo sinonimo di produzioni qualità.
Melissa, americana di nascita ma siciliana di adozione, è in cantina responsabile marketing e delle vendite nei paesi di lingua inglese. Laurea in Storia dell’arte e grande conoscitrice di vini, negli anni ha anticipato i trend di consumo anche grazie alla conoscenza dei mercati oltreoceano, dove da sempre viene esportato l’80% della produzione Di Giovanna. Dotata di grande intuito e attenta osservatrice delle consuetudini e degli stili di vita delle giovani generazioni, sia americane sia europee, ha saputo intercettarne le esigenze e tradurre questi desiderata in prodotti apprezzati dal mercato in America ma non solo.
“Credo da sempre che il vino sia cultura e storia, oltre che piacere di stare insieme e condivisione – afferma Melissa. Con le nostre bottiglie vogliamo portare nel mondo la tipicità della nostra bellissima Sicilia, fatta di vitigni storici che hanno le loro radici in questa terra dall’origine della viticoltura. Adattandola però ai palati delle giovani generazioni sempre più esigenti e interessate a prodotti genuini, dal basso contenuto alcolico”. E Rufulía rispecchia perfettamente queste caratteristiche. È un vino a fermentazione spontanea, senza aggiunta di lieviti, ottenuto attraverso il metodo ancestrale nella ricerca della genuinità più pura. Realizzato con uve di Catarratto, è il frutto di un lavoro di grande ricerca e studio, nel solco della tradizione in quanto si tratta di un vino da un vitigno autoctono, ma altresì di sperimentazione, per le tecniche poco invasive utilizzate in cantina.
Le uve provengono da un vigneto che si trova in contrada San Giacomo, nel territorio di Sambuca di Sicilia. Posizionato a 700 m sul livello del mare, sorge su terreni marnosi, ricchi di sostanza organica proveniente dal vicino bosco di querce. È prodotto con metodo ancestrale ed è un vino frizzante naturale, imbottigliato senza alcuna filtrazione, anche detto Pét-Nat dagli appassionati. La fermentazione spontanea in vasche di acciaio si blocca una volta giunti a un residuo di 10 g/l di zucchero e termina in bottiglia, dando vita a una leggera pressione che si trasforma in un delicato perlage nel calice. Dal colore giallo torbido brillante, al naso sviluppa un marcato sentore di agrumi, in particolare limone, frutti tropicali e pane. In bocca mantiene una decisa anima acida, e risulta complesso e persistente. È un vino perfetto da servire con tutti i fritti, di paranza ma anche di verdure. La nota agrumata lo rende ideale anche per i piatti a base di pesce come le sarde a beccafico, i guazzetti e i carpacci. La sua bassa gradazione invita naturalmente a successivi sorsi.
In azienda non è il primo vino realizzato seguendo questi criteri: Camurría, scocciatura in dialetto siciliano, è stato il primo. Ottenuto da uve Grillo biologiche fermentate naturalmente e senza filtrazione. È un orange wine, a bassa gradazione alcolica, di un colore ambrato, leggermente torbido. Le ultime etichette sono dunque il risultato di un accurato lavoro di scouting, inteso come capacità di anticipare quella che ormai è una tendenza tra i nuovi consumatori, che ricercano gusti originali e autentici, capaci di rivelare l’anima di un territorio. Consumare vini con un moderato tasso alcolemico è da tempo una tendenza affermata ormai in molti paesi tra i giovanissimi, soprattutto in Germania, Canada e Usa. Tra le principali motivazioni di questo nuovo trend vi è senza dubbio una crescente attenzione alla salute, con cambiamenti che coinvolgono le abitudini alimentari: si mangia sempre meno carne e sempre più pesce o verdure, quindi sapori più delicati che richiedono vini più fini ed eleganti (fonte Wine Intelligence).
Sicilian Wine Wear, il secondo progetto della cantina, è nato invece dalla collaborazione con Veronica Laguardia, fondatrice dell’agenzia di comunicazione Cru Vision e, come Melissa, esponente dell’Associazione Donne del Vino. Si tratta di una collezione di magliette e cappellini realizzati con cotone 100% biologico sui quali sono state ricamate a mano, in diversi colori, frasi ispirate ai vitigni siciliani, il tutto nel segno dell’eleganza e della finezza. Un modo per “far indossare” il connubio di bellezza, passione, profumi e note aromatiche che è racchiuso in un calice.
A seconda dell’umore, si potrà scegliere tra un Nero D’Avola Boy e una Grillo Girl. Tra un Globetrotter Chardonnay o un Grillo Boy e, perché no, tra uno Spicy Syrah e un Nero D’Avola Girl. Una definizione per ogni emozione che soltanto il vino sa regalare. Tutti i capi sono disponibili online con spedizioni in Italia all’indirizzo: https://www.cruvision.it/sicilian-wine-wear/ e in tutto il mondo all’indirizzo https://www.di-giovanna.com/en/store-2/Sicilian-Wine-Wear-c153118530.