Suggestivo, visibile e spiccatamente rosa. Dalle grandi altezze di Palermo, e non solo, è possibile vedere il castello Utveggio nel suo splendore. Il gioiello di Monte Pellegrino potrebbe riprendere a vivere, grazie a un piano per dargli nuova linfa.
La deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci è la prima firmata della mozione, approvata in Sala D’Ercole all’ARS, che prevede iniziative alla salvaguardia dell’integrità del castello e alla restituzione del bene alla pubblica fruizione.
“Il Castello Utveggio, importante gioiello della città di Palermo, venga aperto, valorizzato e reso fruibile, sul modello delle altre capitali europee in cui si trovano similari monumenti di pregio storico e artistico. A Lubiana ad esempio vi è un monumento dalle caratteristiche analoghe, che viene valorizzato come attrattore culturale e visitato a sbigliettamento- dichiara la deputata pentastellata- la Sicilia continua a tenere il castello Utveggio letteralmente parcheggiato in un angolo. Con questa mozione, da oggi la Regione Siciliana non ha più scusanti per non valorizzarlo e renderlo fruibile”.
Negli anni il gioiello di Monte Pellegrino è stata lasciato in un stato di abbandono, con fasi alterne di proposte per ripristinarlo che hanno portato a un nulla di fatto. L’ultima risale al 2019, quando la Regione aveva pianificato una serie di interventi di ripristino infrastrutturale riguardanti anche i locali della foresteria, il fabbricato rurale e i giardini esterni.
Recentemente il Presidente Renato Schifani aveva dichiarato la possibilità che Utveggio diventasse sede dell’Amla, ovvero l’istituenda Autorità Antiriciclaggio dell’UE. Nello specifico la mozione vorrebbe che il castello in stile gotico, che si trova a una altezza di 346 metri dalla costa, diventasse un polo turistico e non solo sede di funzione pubblica.
Lo stile del Castello Utveggio è tipicamente gotico-medievale, come i famosi castelli dell’Europa dell’Est, e si erge su Monte Pellegrino. La prima pietra fu posata meno di un secolo fa, nel 1928. Il progetto fu dell’architetto Giovan battista Santangelo, professore della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, che lo eseguì per volere del cavaliere Michele Utveggio, nativo di Calatafimi. In soli 5 anni furono completati i lavori principali.
La prima funzione della struttura sarebbe potuta essere nobiliare-militare, ma poi nella realtà aprì le sue porte ai consumatori come albergo di lusso (Grande Hotel Utveggio) dalla vista spettacolare sul golfo di Palermo. L’albergo nacque nel 1933 proprio per andare in contrapposizione a Villa Igea, che si stava sviluppando nei medesimi anni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo poche stagioni in affari, già all’inizio della guerra l’attività alberghiera fu in forte declino. Da quel momento i cancelli furono chiusi, solo nel 1984 la Regione Siciliana decise di acquisirne la proprietà per farne una scuola di formazione e un centro operativo all’avanguardia. Il centro regionale fu chiuso definitivamente nel 2016. Oggi si potrebbe aprire uno spiraglio di rinascita, sarà veramente così?
Fonte foto: Comune di Palermo