Palermo è una città che da sempre è stata il crocevia di storie e culture molto diverse; girare attraverso le strade della città è come entrare in un libro di storia e leggervi la presenza delle varie dominazioni – greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, spagnola – che hanno lasciato le loro tracce, visibili non solo nei monumenti e nell’architettura, ma anche nelle tradizioni, nell’artigianato, nella cucina e nei palermitani stessi.
Girare a piedi per Palermo è la scelta migliore: il centro cittadino, infatti, si sviluppa in uno spazio piuttosto limitato, facilmente percorribile camminando. Vale la pena quindi passeggiare in città assaporando l’atmosfera unica, dove antico e moderno, classico ed esotico, sfarzo e modestia, aristocrazia e proletariato coabitano felicemente creando una strabiliante ricchezza di contrasti.
Indossate scarpe comode, lasciate i vostri bagagli in uno dei depositi bagagli presenti a Palermo e muovetevi senza pesi e ingombri, per scoprire questa magnifica città!
Partiamo dalla stazione centrale ed imbocchiamo via Maqueda, che collega la zona della stazione con il centro della città vecchia, una delle arterie principali di Palermo. È una delle vie soprannominate “dei Tesori”, perché è una strada costellata di botteghe e farmacie storiche, ristoranti, gelaterie, laboratori di artigianato e gioiellerie, negozi tradizionali e moderni. Arrivati all’incrocio con via Vittorio Emanuele, vi troverete esattamente in piazza dei Quattro Canti, nel cuore della città vecchia.
Queste due vie suddividono la città in quattro quartieri: Kalsa, La Loggia, Capo e Albergheria, che ancora oggi si distinguono tra di loro per i differenti usi e tradizioni, le feste popolari e religiose, gli stemmi civici e addirittura le inflessioni dialettali davvero uniche.
Immergendosi nell’atmosfera araba del quartiere della Kalsa, ben presto noterete la costante presenza di cibi tipici dello street food palermitano, a partire dai “babbaluci”, lumache marinate con olio, prezzemolo, aglio e pepe e servite in sacchetti di carta. Non mancheranno gli arancini, le panelle, le crocchè di patate e soprattutto il “pane ca’ meusa”, anche chiamata “vastedda”, un panino tondo abbondantemente farcito con interiora preventivamente bollite e poi fritte.
Tra i tanti locali, potrete assaggiare i “pani ca’ meusa” all’Antica Focacceria San Francesco, uno dei più antichi e noti della città di Palermo, in puro stile Liberty. Qui sono esposti in bella vista i tegami con strutto e taglieri sui quali vengono affettati rigorosamente a mano milza, polmone e trachea, che andranno poi a farcire i panini.
Da non perdere nelle vicinanze la Piazza dei Quattro Canti, conosciuta anche come “Teatro del Sole”, dove si incrociano i quattro rioni di Palermo e l’adiacente Piazza della Vergogna, così chiamata a causa della nudità delle statue che circondano la fontana.
Proseguite quindi verso la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come Martorana, che rappresenta ancora una volta la magnifica convivenza tra stili diversi e contrastanti, ma perfettamente in equilibrio: la facciata barocca, le pareti normanne e l’interno, che è un prezioso gioiello dell’arte bizantina, uno tra i più antichi in Sicilia. Per il suo valore artistico, la chiesa è stata inserita nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
La spettacolare Chiesa di Santa Maria dello Spasimo si presenta con un dettaglio piuttosto unico: è senza tetto! I fondi assegnati per la costruzione finirono prima che potesse essere completata, per questo motivo non fu mai consacrata e fu usata, tra l’altro, come lazzaretto quando Palermo fu colpita dalla peste nel 1624. Durante l’ultima guerra non fu mai bombardata dagli aerei, proprio perché vista dall’alto risultava come già colpita, ed è per questo motivo che divenne, durante le incursioni aeree, un rifugio sicuro per gli abitanti della zona.
Il Teatro Massimo, il più grande teatro lirico d’Italia, con la sua facciata neoclassica e l’interno in stile liberty, presenta un’acustica unica ed eccezionale: nella sala pompeiana qualsiasi voce è straordinariamente amplificata. Vale la pena, se ne avete occasione, assistere ad una rappresentazione. Potrete scoprire il calendario degli eventi sul sito ufficiale.
L’Orto Botanico è il luogo perfetto per una sosta rilassante, magari gustando una granita al limone con brioche, classica colazione dei siciliani. Qui potete ammirare numerose specie vegetali, molte delle quali provenienti da regioni tropicali e subtropicali. Oggi è la banca per la salvaguardia del patrimonio genetico della flora mediterranea.
Dalla quiete dell’Orto Botanico cambiamo completamente atmosfera, visitando uno dei pittoreschi mercati della città: la Vucciria. Qui sarete costantemente accompagnati dai richiami, spesso piuttosto coloriti, dei vari ambulanti che invitano i passanti ad acquistare la loro merce. Questo pittoresco invito viene chiamato in dialetto palermitano “abbanniata”. In questi mercati storici troverete oggetti di artigianato tradizionale, luogo perfetto se cercate un ricordo da portare a casa.
Usciamo dalla Kalsa e, riprendendo la via Vittorio Emanuele, continuiamo il nostro Itinerario visitando i due gioielli in assoluto più preziosi di Palermo: la Cattedrale e il Palazzo Normanno con l’annessa Cappella Palatina.
Nella Cattedrale, la cui storia riflette e sintetizza quella della città, vi si possono riconoscere segni di architettura bizantina, romanica, normanna, aragonese, islamico moresca. Si tratta un edificio imponente, sia per le sue dimensioni, sia per le diverse opere d’arte in essa custodite, tra cui la preziosa corona e i gioielli di Costanza d’Aragona, prima delle quattro mogli di Federico II. Molti sono i personaggi storici che qui hanno trovato degna sepoltura.
Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono situati nella paleopoli, il nucleo più antico e più alto della città e che dal 2015 è considerato dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità. Quella che inizialmente era una semplice fortezza, nel 1130 fu trasformata dai Normanni in Palazzo Reale ed è oggi la più antica residenza reale in Europa. È una struttura davvero vasta, ma piuttosto anonima al suo esterno, e in pochi immaginano che dentro vi si nasconda un vero tesoro, la Cappella Palatina.
La Cappella Palatina rappresenta l’ennesimo esempio di fusione delle differenti culture che hanno caratterizzato Palermo; riconoscibili negli stili, nei simboli, nelle immagini e nei materiali utilizzati. Al suo interno i mosaici d’oro bizantini rivestono tutte le pareti, mentre il soffitto in legno della navata centrale è decorato con intagli e dipinti di stile arabo che rappresentano scene di vita della corte islamica e del paradiso secondo la descrizione del Corano e che appartengono alla iconografia profana islamica.
Di grande impatto, nell’abside si può osservare la figura del Cristo Pantocratore, talmente ieratica ed imponente che quasi intimidisce, mentre benedice “alla greca” con la mano sinistra.
Potrete, a questo punto, concedervi una rilassante e ristoratrice sosta nel Giardino Reale, dove potrete ammirare, tra l’altro, tre giganteschi ficus e un altrettanto enorme albero del cotone.
Il Palazzo Reale, o dei Normanni, è oggi sede del potere amministrativo della città. Gli appartamenti reali non possono essere visitati da martedì a giovedì, perché vi si svolgono le attività governative, mentre la Cappella è visitabile dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00, mentre la domenica e i festivi dalle 8.30 alle 12.30.