Cronaca di Palermo

Una rete per riqualificare il territorio, a Partanna Mondello il progetto per l’ex Onpi: “Sogniamo un giardino aperto a tutti”

Una rete di comunità per recuperare spazi abbandonati e restituirli alla cittadinanza. È ciò che sta accadendo nel territorio della settima Circoscrizione, dove diverse associazioni stanno lavorando a una serie di progetti con l’obiettivo di salvare aree dal degrado e renderle sicure e fruibili. C’è l’area dell’ex Onpi, casa di riposo chiusa dopo tante peripezie e oggi abusivamente occupata, un’area verde a Pallavicino ma anche siti all’Addaura, a Cardillo e alla Marinella: insomma, le idee in campo sono tante.

“Quando abbiamo convocato, in accordo con la Circoscrizione, il tavolo di co-progettazione, tutti questi soggetti che hanno preso parte ci hanno detto di volersi prendere cura di alcuni spazi, rigenerandoli, intervenendo in maniera volontaria per renderli più sicuri, belli e accoglienti, e trasformandoli in spazi capaci di sostenere relazioni significative, dove le famiglie possono portare i bambini, dove gli anziani possono sostare. Quindi, prendersi cura delle relazioni dei cittadini prendendosi cura dello spazio”. A spiegare l’iniziativa a Palermo Live è Michela Uzzo, responsabile territoriale del Cesvop, Centro Servizi per il Volontariato di Palermo, nato per facilitare e supportare la messa in rete di enti del terzo settore, Circoscrizioni, cittadini attivi e altri soggetti interessati a prendersi cura dei beni comuni.

Riqualificazione in un’ottica di collaborazione

I progetti sulla settima Circoscrizione sono diversi e incontrano gli interessi non solo delle associazioni ma anche dei cittadini che quotidianamente vivono il territorio. E proprio sul valore della comunità poggia la grande sfida della riqualificazione e del mantenimento. “I siti non saranno abbandonati a se stessi: l’impegno di questa rete di volontari è mettere in piedi un sistema che poi, dopo l’iniziativa di pulizia, rinverdimento, installazione di arredi urbani, mantenga un presidio di cura e quindi l’area resti sempre pulita e curata, soprattutto col coinvolgimento dei cittadini – spiega Michela Uzzo -. In tutto questo il ruolo dell’Amministrazione è fondamentale perché li mette in contatto coi servizi comunali che li possono aiutare, gli dà visione complessiva di interventi più strategici sulla città. Tutto in un’ottica di collaborazione dove il Cesvop fa da facilitatore e supporto”.

L’identificazione degli spazi, dunque, non avviene in maniera casuale ma seguendo dei criteri specifici che possano innanzitutto identificare la fattibilità degli interventi e poi garantirne la continuità: “Si valuta la prossimità dei luoghi rispetto a dove agiscono le associazioni e i volontari perché questo li facilita nella cura, e poi la capacità di coinvolgere gli abitanti della zona e altri attori territoriali nel prendersene cura. Per le sole associazioni la continuità è difficile da mantenere ma in un’ottica di collaborazione diventa più semplice”.

Ex Onpi, la storia

Collaborazione tra cittadini, associazioni ed enti pubblici: questa, dunque, la chiave per salvare dall’incuria e dall’abbandono aree che hanno spesso una storia lunga e articolata alle spalle. È il caso dell’ex Onpi, ad esempio, nato agli inizi degli anni ’60, quando il barone Filippo Santocanale donò un’area di circa 10mila metri quadri all’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini (O.P.C.E.R.). Attraverso un finanziamento regionale fu costruita una casa di riposo per anziani, struttura che comprendeva una cappella, un teatro, un refettorio con cucina annessa, un magazzino e corridoi panoramici.

Col tempo l’ex Onpi divenne un vero e proprio punto di aggregazione per la borgata di Partanna Mondello. Sopraggiunte tuttavia difficoltà di gestione, nel 1999 il Comune di Palermo ha acquistato la struttura, gestita fino a giugno 2010 da alcune cooperative. Il sito non ha smesso di essere punto di aggregazione: i volontari della parrocchia Santa Maria degli Angeli, le istituzioni, le scuole hanno spesso utilizzato lo spazio per organizzare le più disparate attività. Nel giugno del 2010, un’ordinanza sindacale ha portato al trasferimento di 39 anziani con la conseguente chiusura. Tante le lotte per la riqualificazione fino a quando, nel settembre 2011, l’ex Onpi è stato occupato da circa 60 famiglie.

Un giardino aperto a tutti

L’attuale progetto, portato avanti dall’associazione Aiace, è quello di trasformare l’area in un parco pubblico in cui installare giochi, attrezzature sportive, un campo di bocce: insomma, rendere nuovamente il punto un luogo di incontro. “Vorremmo che l’area dell’ex Onpi diventasse un parco pubblico e fosse sottratta all’illegalità; anche le famiglie che abitano lì dentro hanno dato disponibilità affinché l’area sia recuperata – spiega Eduardo Marchiano, presidente dell’associazione -. Parliamo di inclusione, aggregazione, ‘fuori e dentro le mura’, come mi piace dire: per tanti oggi questo costituisce uno spazio inaccessibile per vari motivi, invece così cerchiamo di avvicinare le persone affinché chi è fuori venga e chi è dentro apra le porte”.

Nelle scorse settimane l’associazione ha effettuato un sopralluogo insieme al Cesvop. “Il prossimo passaggio sarà l’incontro in settima Circoscrizione dove richiederemo la presenza di un tecnico per accompagnarci sulle criticità che abbiamo registrato durate il sopralluogo – aggiunge Marchiano -. Serve mettere quindi in sicurezza con potatura, pulizia e bonifica del luogo da tutto ciò che potrebbe costituire un’insidia per i bambini e le persone che successivamente inviteremo a collaborare per il recupero del giardino”.

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Gina Lo Piparo