Unipa, studenti pronti al rientro in presenza, ma le aule non ci sono

La protesta degli studenti di Beni Culturali, che a pochi giorni dall’avvio delle lezioni hanno saputo che queste si svolgeranno a distanza, anziché in presenza come inizialmente stabilito. Lo scarso preavviso ha causato non pochi disagi a studenti e famiglie, specie a chi, fuori sede, aveva già firmato contratti di locazione per trasferirsi nel capoluogo

unipa

Protestano gli studenti dell’Università degli Studi di Palermo, alle prese col ritorno alle lezioni in presenza presso le aule dell’Ateneo. Le aule, ovviamente, per chi ce le ha. Eloquenti striscioni, affissi in diversi punti di viale delle Scienze, infatti ammoniscono: “Lezioni in presenza? A Unipa non c’è spazio per tutti”.

A protestare sono gli studenti del Corso di Laurea in Beni Culturali, che a pochi giorni dall’avvio delle lezioni, previsto per oggi, 27 settembre, hanno ricevuto la notizia che il ritorno in presenza non avverrà, almeno per questo semestre.

Il rettore aveva stabilito il rientro prioritariamente in presenza, ma il Senato accademico avrebbe scaricato la responsabilità ai Dipartimenti per la gestione dell’organizzazione delle lezioni. Ciò ha comportato che quattro giorni prima dell’inizio siano state stabilite le lezioni esclusivamente in Dad. Non avremmo infatti delle aule che riescano a contenere i numeri del nostro corso”. Così spiega a Palermo Live Dalia Voccia, studentessa di Beni Culturali nonché rappresentante del Corso di laurea.

A poco è servito il form di “prenotazione per le lezioni in aula” predisposto sul portale studenti. I Corsi di studio che hanno edifici propri potranno tornare alle lezioni in presenza, gli altri dovranno ricorrere alla Dad. Un disagio notevole per gli studenti e le loro famiglie, specie per chi, fuori sede, aveva già firmato contratti di locazione per stabilirsi nel capoluogo, pensando di doversi recare a seguire le lezioni all’università, e la scorsa settimana ha saputo che invece non sarà così.

“La cosa più grave è che si sarebbero potute trovare delle soluzioni alternative, come per esempio una turnazione, cosa che sta accadendo in diversi dipartimenti; invece ci è stata negata questa possibilità a prescindere – prosegue Dalia Voccia -. Noi stiamo tentando in tutti i modi di trovare delle alternative; abbiamo organizzato un’assemblea e insieme agli studenti abbiamo valutato delle opzioni che oggi presenteremo al Ccs”.

CONTINUA A LEGGERE