«Disonestà accademica». È questa la motivazione che ha portato l’Università Bocconi a inibire uno studente dallo svolgimento degli esami. Sei mesi di stop perché il giovane, durante una prova a gennaio, è stato beccato mentre copiava le risposte dal cellulare. L’iscritto alla facoltà di Economia è stato accusato, perciò, di aver violato il Codice di comportamento degli studenti, sottoscritto al momento dell’iscrizione all’ateneo. Sulla vicenda lo studente ha presentato anche un ricorso al Tar della Lombardia: a sua difesa, sostiene che stava consultando lo smartphone per tenersi aggiornato su un problema personale di un familiare. Il tribunale lombardo, tuttavia, ha ritenuto la sanzione «non abnorme» a fronte della condotta. Inoltre, i giudici hanno stabiliti che non ci sono i presupposti per rivedere la sanzione per «gravità e irreparabilità del danno», vista invece «la possibilità prospettata dalla difesa dell’Università di sostituire gli ultimi tre mesi di sospensione con l’attività di volontariato».