Si è conclusa l’inchiesta sui concorsi truccati all’Università degli Studi di Palermo che aveva portato alla ribalta della cronaca l’ex Professore Gaspare Gulotta, del Policlinico di Palermo. Come riportato da Palermo Today, sono 21 in tutto, tra professori, medici e poliziotti, coloro che adesso rischiano di andare al processo.
Favoritismi, patti di alleanza tra i Baroni, il miraggio di una meritocrazia mai considerata. Questo è emerso dalle varie indagini, complete di intercettazioni, conclusosi sull’inchiesta riguardante i Concorsi truccati al Policlinico di Palermo. A muovere le fila è evidenziato essere soprattutto il Gulotta, al quale è stato anche contestato il reato per truffa poiché avrebbe dichiarato di aver preso parte ad interventi che in realtà non avrebbe mai eseguito e fatto una serie di visite private mai dichiarate.
Nello specifico, adesso rischiano il processo, oltre a Gulotta, la figlia Eliana (chirurgo all’Ospedale Civico), il professore Mario Adelfio Latteri, anch’egli come il primo Professore del Dipartimento di discipline chirurgiche, oncologiche e stomatologiche, e vari membri delle commissioni esaminatrici. Tra questi: Robeto Coppola, Vito D’Andrea, Giuseppe Maria Antonio Navarra, Ludovico Docimo, Vittorio Altomare; alcuni candidati “favoriti” come Antonino Agrusa e Giuseppe Salamone; docenti che avrebbero partecipato alla formulazione dei bandi incriminati, come Attilio Ignazio Lo Monte e Giuseppina Campisi; una serie di medici del Policlinico come Gianfranco Cocorullo, Giuseppe Di Buono, Gregorio Scerrino e Giovanni Guercio. Chiusa l’inchiesta anche per il medico del pronto soccorso del Policlinico, Fiorella Sardo, che avrebbe rilasciato certificati falsi alla figlia di Gulotta, così come il medico di famiglia Maria Letizia La Rocca.
Nell’ambito della presunta calunnia a danno dell’ex genero di Gulotta, che la figlia Eliana avrebbe denunciata per dei maltrattamenti mai avvenuto, chiusa l’inchiesta anche per due agenti della Dia, Gaspare Cusumano e Salvatore Bosco, che avrebbero aiutato il professore ad ottenere informazioni riservate sull’ex genero e la sua famiglia.
Rischia il processo anche Alessandra Lo Iacono, la quale avrebbe ottenuto alcuni farmaci e siringhe rubati al Policlinico da un altro indagato.