Una donna, Alessandra Galea, di 50 anni, è al momento la principale sospettata per la morte del suo compagno, Fausto Baldoni di 63 anni. Gli indizi sin qui raccolti fanno pensare più ad un omicidio che ad un incidente. Lo avrebbe colpito alla testa utilizzando un corpo contundente, a quanto sembra una abat jour. L’arrestata ha negato l’intenzione di voler uccidere il convivente e secondo il suo avvocato avrebbe agito per difendersi. Gli inquirenti stanno ad ogni modo cercando di fare definitiva chiarezza su quanto avvenuto a Fabriano, in provincia di Ancona. Secondo gli investigatori, sembra profilarsi un nuovo delitto riguardante una coppia, a pochi giorni di distanza dalla morte di Giulia Tramontano e dal conseguente arresto del fidanzato Alessandro Impagnatiello.
Sabato scorso l’uomo era atteso a un pranzo organizzato dalla sua famiglia fuori città, ma non si è presentato, e il suo telefono ha squillato a vuoto. Impensierita, in serata la sorella è andata a casa del Baldoni, ma non ha ricevuto nessuna risposta. Si è allora rivolta ad un pattuglia di carabinieri di passaggio, che ha dato l’allarme. Le forze dell’ordine sono entrate nella casa con l’aiuto dei vigili del fuoco, che, dopo avere forzato la porta hanno scoperto il cadavere. L’uomo sarebbe deceduto dopo aver ricevuto un violento colpo alla testa, probabilmente con l’abat jour. I familiari sono convinti che la morte di Baldoni risalga addirittura a sabato mattina. La compagna, Alessandra Galea non era in casa, sarebbe uscita subito dopo l’aggressione, ed è stata poi rintracciata dai carabinieri per le vie di Fabriano. Sentita dai militari del Nucleo Investigativo ha negato ogni addebito. Anzi, secondo il suo legale Franco Libori, del foro di Perugia, «non c’era nessuna intenzione di ucciderlo. Si è solo difesa».
Ma il pm Daniele Paci della Procura di Ancona ha chiesto il fermo della donna. I fratelli della vittima sostengono che tra il congiunto e la compagna c’erano molti problemi, tanti litigi. “Più volte, l’uomo ha confidato ai familiari di temere per la propria vita, tanto da aver fatto sparire tutti i coltelli — ha riferito l’avvocato — . Temeva anche di essere awelenato e spesso viveva chiuso in una stanza, quando lei era in casa”.