leri Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Ue, ha accusato la Russia di usare il grano e le derrate alimentari come arma di ricatto. Ha sottolineato che in Ucraina “ci sono 20 milioni di tonnellate di cereali bloccati. Normalmente venivano esportate 5 milioni di tonnellate di grano al mese, ora sono scese tra i 200.000 e un milione di tonnellate”. Questo significa che la Russia sta trattenendo almeno i quattro quinti del grano. Con questa situazione non è esclusa una carestia destinata a mettere in ginocchio le aree più povere del pianeta. Con la prospettiva di una situazione esplosiva,
Mosca ne approfitta, e gioca la sua partita con una proposta che assomiglia a un ricatto. Infatti il viceministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko ha fatto sapere: «Siamo pronti a fornire un corridoio umanitario per le navi che trasportano prodotti alimentari fuori dall’Ucraina a patto che siano rimosse le sanzioni contro la Russia: solo così si può evitare una crisi alimentare globale».
L’Ucraina è contraria a ogni allentamento delle sanzioni contro Mosca, e denuncia come la Russia stia «ricattando il mondo». Scarica sul Cremlino tutta la responsabilità di una crisi alimentare dalle prospettive devastanti per l’economia mondiale. Parlando al World Economic Forum, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha sottolineato: «Questo è solo l’inizio. Se permettiamo a Putin di continuare questa follia militare, la crisi diventerà sempre più profonda.Se la Russia non toglie il blocco, il grano ucraino marcirà, gli agricoltori ucraini non semineranno e l’intero ciclo agricolo verrà interrotto. Ciò significherà una crisi alimentare pluriennale».
Di certo l’Europa non sembra disposta ad accettare le richieste di Mosca. Anzi, secondo il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, Bruxelles sta lavorando in questi giorni a un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia. E ieri il commissario Ue alla giustizia Didier Reynders ha riferito che sono stati congelati sinora beni per 10 miliardi agli oligarchi russi. Comunque le cancellerie europee sono al lavoro per sbloccare l’export di cereali dall’Ucraina. Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, al Forum economico mondiale di Davos ha detto: «Sono in corso colloqui per creare corridoi resi sicuri dall’assistenza militare. Potrebbe essere il modo più veloce per sbloccare le forniture ucraine».