Tennis, US Open. Sinner e Alcaraz incantano New York, ma alla fine esulta lo spagnolo
“Prima di parlare con Carlos, per favore un applauso per Sinner”. Erano quasi le tre del mattino a New York quando lo speaker del campo centrale di Flushing Meadows si apprestava a raccogliere le impressioni di un emozionato Carlos Alcaraz, che dopo una epica battaglia durata cinque set e ben cinque ore e diciotto minuti, era appena approdato alle semifinali degli US Open battendo un meraviglioso e indomito Jannik Sinner. Ma prima dell’omaggio al vincitore, il pubblico newyorkese ha tributato una autentica ovazione al tennista azzurro, che da stanotte entra – nonostante la sconfitta – ancora di più nel novero degli atleti che hanno scritto grandi pagine di sport, forti del fatto che non sempre occorre vincere per fare la storia.
La storia, quella del tennis, la scriveranno probabilmente nel futuro questi due magnifici ragazzi, uno 19enne e l’altro 21enne, che hanno disputato una delle partite più belle di questo ultimo decennio e che si ammirano e si stimano vicendevolmente come solo i grandi sanno fare. Va detto che è stata una occasione persa per Sinner, che dopo i successi a Wimbledon e a Umago ha avuto una palla match per completare un magnifico tris di vittorie in questa “saga” sportiva, forse la più prestigiosa. Sprecato quel match point, Alcaraz è rientrato prepotentemente con la testa dentro la partita e alla fine solo la sua migliore tenuta fisica alla distanza ha fatto la differenza. Dopo che l’ultimo punto è andato a terra, il primo pensiero è stato: peccato che nel tennis non esista il pareggio.
Il racconto della partita
Il primo set ha visto il dominio di Alcaraz, che partito a bomba ha subito tolto il servizio a Sinner in apertura e dopo in controbreak dell’azzurro ha poi chiuso 6-3 togliendo la battuta all’altoatesino altre due volte. Qui c’è stata la prima reazione di Jannik, che nel secondo set ha tenuto i servizi con più autorità fino al tiebreak, vinto dopo aver annullato ben cinque palle set che avrebbero portato lo spagnolo due set a zero. Anche il terzo parziale si è giocato sul filo dell’equilibrio, ma nel tiebreak Sinner ha compiuto un vero capolavoro, annichilendo l’avversario con un inusuale 7-0. A questo punto Alcaraz ha rischiato davvero di crollare, con l’altoatesino subito 2-0 sopra nel quarto set e con l’inerzia tutta dalla sua parte, e proprio nel momento di maggiore difficoltà l’iberico ha reagito da campione, recuperando il break ma perdendolo poi subito dopo. sul 5-4 Sinner ha servito per il match, e ha avuto il match point che valeva la semifinale, annullato da Alcaraz. Il tennista azzurro ha subito il contraccolpo dell’occasione perduta e il suo avversario lo ha punito con grande classe, chiudendo per 7-5. Il quinto set è stato uno show dell’iberico, che ha tenuto con se Jannik fino al 3-3 per poi piazzare l’allungo decisivo fino al 6-3.
“E’ stata una delle partite più belle della mia vita, ma anche una delle sconfitte più difficili da digerire – ha dichiarato Sinner alla fine del match – per assorbirla ci vorrà un po’ di tempo. Ora voglio pensare solo all’impegno di Coppa Davis con la maglia azzurra“. L’investitura più autorevole ai due giovani fuoriclasse l’ha fatta in diretta il grande John McEnroe, che commentando per la televisione ha detto: “Stiamo guardando il futuro del tennis davanti ai nostri occhi”.
Semifinali incerte in entrambi i tabelloni
Tra stanotte e domani sera andranno in scena le semifinali, incerte ed equilibrate come raramente si è visto in un Major. Stanotte all’una ora italiana inizieranno le donne, con la francese Caroline Garcia opposta alla tunisina Ons Jabeur e a seguire la numero uno WTA Iga Swiatek contro la bielorussa Sabalenka. Alle 21 ora italiana invece le due semifinali maschili, con la sfida Ruud-Khachanov e l’attesissimo incontro tra lo statunitense Tiafoe (il primo afroamericano ad approdare alle semifinali degli US Open dopo Arthur Ashe nel 1972) e ovviamente Carlos Alcaraz. La caccia al trono di numero uno del mondo tra il norvegese e lo spagnolo è ancora aperta.