Usa, omicidio Floyd: è arrivata la condanna per l’ex agente Chauvin

Derek Chauvin è l’agente responsabile della morte di George Floyd, cittadino afroamericano, fermato dalle forze dell’ordine il 25 maggio del 2020. Durante il fermo l’uomo fu costretto sull’asfalto e soffocato dal ginocchio del poliziotto premuto sul collo

Esattamente tredici mesi dopo la morte di George Floyd, l’agente di polizia Derek Chauvin è stato condannato a 22 anni e mezzo di prigione. Chauvin è l’uomo che ha soffocato a morte, con il ginocchio premuto sul collo per nove minuti e mezzo, l’afro-americano. È stato un evento che ha acceso manifestazioni di protesta in tutti gli Stati uniti. Il giudice Peter Cahill ha comunicato la sentenza, dopo un’udienza in cui sono stati ascoltati i parenti di Floyd e lo stesso Chauvin, che ha espresso le condoglianze alla famiglia. L’accusa aveva chiesto trent’anni.

ASCOLTATA ANCHE LA FIGLIA DELLA VITTIMA

Prima della sentenza, spazio agli interventi delle parti. Il momento più emotivo è stato quando hanno trasmesso una registrazione video in cui la figlia della vittima, Gianna, 7 anni, ha detto quanto vorrebbe giocare con il padre, se fosse vivo. Quando le è stato chiesto cosa gli direbbe se potesse vederlo, la piccola ha risposto: “Mi manchi e ti voglio bene”. Il fratello di Floyd, Philonisa, ha invece detto: «Derek Chauvin non ha avuto nessun riguardo per la vita umana, per la vita di mia fratello», ed ha chiesto al giudice di assicurarsi che Chauvin non abbia la possibilità di uscire dal carcere prima di aver scontato tutta la sua pena. L’imputato, che non era mai intervenuto nelle sei settimane di processo, ha preso la parola la prima volta, per dire: «Voglio fare le mie condoglianze alla famiglia Floyd».

MA IL CASO FLOYD NON È CHIUSO

La sentenza per Chauvin però non chiuderà il caso Floyd. Non solo per il prevedibile appello che verrà presentato dall’ex agente. Anche perché devono essere ancora processati Thomas Lane, J. Kueng e Tou Thao, gli atri tre agenti che parteciparono all’arresto. Essi non hanno fatto nulla per fermare Chauvin, e per questo sono stati accusati di complicità nel suo omicidio. Il processo del Minnesota doveva iniziare in estate ma è stato rimandato a marzo, perché intanto un grand jury federale ha rinviato a giudizio Chauvin e gli altri tre agenti per violazione dei diritti civili di Floyd. E quindi nel processo federale che si svolgerà nei prossimi mesi, Chavin potrebbe ricevere un’ulteriore condanna. Anche perché è anche accusato di aver violato i diritti civili di un 14enne arrestato nel 2017.