Eseguita stamattina a Palermo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 7 indagati, accusati, a vario titolo, di usura ed estorsioni (tentate e consumate) aggravate dal metodo mafioso. Si tratterebbe di membri appartenenti al mandamento Palermitano di Villagrazia-Santa Maria di Gesù e alla famiglia di Monreale (Pa). L’operazione “Breccia” dei carabinieri ha visto, inoltre, numerose perquisizioni.
Il grave quadro indiziario scaturisce da un’indagine, avviata dal ROS nel 2017 e diretta dalla locale Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo. Il tutto nasce a seguito della denuncia di un imprenditore. Questi sin dal 2011 era stato vittima di usura da parte degli indagati, a causa di una posizione debitoria maturata nell’esercizio d’impresa.
L’investigazione ha capitalizzato e messo a sistema il materiale probatorio già raccolto dal ROS nell’ambito dell’indagine “Brasca” cinque anni fa. In quell’occasione ad essere colpito fu il mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù.
Dalla citata indagine scaturì, inoltre, nel 2016, un provvedimento restrittivo a carico di 62 persone. Tutti erano indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita detenzione di armi, ricettazione, danneggiamento, incendio e fittizia intestazione di beni, aggravati dalle finalità mafiose. Alcuni degli odierni arrestati, inoltre, a seguito di tale manovra investigativa, hanno già subito una condanna in appello per l’appartenenza all’associazione mafiosa e per la realizzazione di reati fine.
I carabinieri hanno dunque tratto in arresto i palermitani Francesco Di Marco, 37 anni; Santi Pullarà, 42 anni; Marco Neri, 47 anni; Salvatore Fileccia, 57 anni e Gioacchino Meli, 50 anni. A questi, inoltre, si aggiungono due persone agli arresti domiciliari. Si tratta di Alfredo Giordano, 60 anni e Carmelo La Ciura, 76 anni, di Monreale. Infine, era coinvolto nelle indagini anche Gaetano Di Marco, 71 anni, nel frattempo deceduto.