Vaccino ai bimbi: «La variante Delta della quarta ondata non li risparmia»

Vaccinare la fascia 5-11 significa ridurre la circolazione del virus ed inoltre è l’unico strumento per proteggere i bimbi. Nella quarta ondata la variante Delta non li risparmierà

L’ultimo rapporto sulle malattie infettive dice che in Europa la situazione epidemiologica relativa al Covid è “estremamente preoccupante” in Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Slovenia. Invece in Italia, Malta, Spagna e Svezia è “poco preoccupante”. In effetti, come stiamo constatando, da noi i contagi, seppure in aumento, sono sotto controllo. Grazie alla ottima campagna vaccinale, ma anche al Green pass. Adesso si sta insistendo sulle terze dosi per arginare la quarta ondata. Ma molti esperti insistono per vaccinare anche i bambini della fascia 5-11 anni.

LA VARIANTE DELTA DELLA QUARTA ONDATA NON RISPARMIERÀ LA FASCIA 5-11 ANNI

La possibilità di vaccinare i bimbi fino ad ora è stata considerata come una possibile scelta dettata dalla epidemiologia. Si è ritenuto infatti che per la fascia dei minori era possibile contrarre il virus SarsCoV2 senza avere sintomi, e quindi avrebbero potuto diffonderlo senza avere danni. E si è detto che vaccinarli avrebbe significato proteggere l’intera comunità, alzando un argine in più contro l’epidemia. Ma adesso le cose sono cambiate. Se fino ad ora i bambini hanno sostenuto bene l’impatto della variante Alfa, ma davanti alla variante Delta sono indifesi. Lo afferma Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza Covid Figliuolo, spiegando che la protezione del vaccino per la fascia 5-11 adesso «è soprattutto per loro stessi. Perchè vediamo che, purtroppo, la variante Delta in questa quarta ondata non risparmierà neanche loro».

«PER I BIMBI NON SI POSSONO ESCLUDERE MANIFESTAZIONE SEVERE DI COVID»

E sulla bontà della campagna di immunizzazione per la fascia under 12 non ha esitazioni neanche la presidente della Società italiana di pediatria , Annamaria Staiano. Infatti dice: «Anche per loro non si possono escludere manifestazioni severe del Covid. Dei bambini che complessivamente hanno contratto l’infezione 35 sono infatti morti. Così come non è da sottovalutare è la protezione dei bimbi più fragili, che vivono comunque a stretto contatto con i loro coetanei, a partire dall’ambito scolastico».