Vaccinarsi contro il coronavirus non è obbligatorio, ma “conviene”

Chi si vaccinerà contro il coronavirus avrà più privilegi e vantaggi di chi deciderà di non vaccinarsi

Sono partiti dallo stabilimento produttivo di Pfizer di Puurs, in Belgio, i primi camion che trasportano il vaccino Pfizer-BioNTech contro il coronavirus, diretti in tutta Europa. Nella Ue il V-Day simbolico sarà il 27 dicembre. Lo sarà anche in Italia, dove è previsto a breve l’arrivo delle prime 9.750 dosi. A scortare i camion con il prezioso vaccino c’è la polizia, anche quando sarà varcato il confine italiano. Le forze dell’ordine accompagneranno la consegna fino all’ospedale Spallanzani di Roma. Avrà inizio così quella campagna vaccinale che ci porterà entro l’estate 2021 fuori dall’incubo coronavirus.

I “PRIVILEGI” DEI VACCINATI

Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, in un suo recente intrvento a “Buongiorno”, su Sky24, ha detto: «Il vaccino è la vera exit strategy da questa pandemia, bisogna affrettarsi nei limiti del possibile a farlo. È evidente che una volta fatta la seconda dose, avendo gli anticorpi, si avranno anche dei “privilegi”. Si sarà nella condizione di essere molto più liberi nei confronti di qualsiasi restrizione rispetto alle persone che continueranno a non essere vaccinate».

MA GLI ITALIANI VOGLIONO VACCINARSI?

Quindi vaccinandosi si avranno dei privilegi. Ma non tutti gli italiani la pensano così, e sono favorevoli alla vaccinazione. Secondo un recente sondaggio Quorum/YouTrend, la percentuale di italiane e italiani convinti della bontà del vaccino anti Covid-19 sono la stragrande maggioranza, più di 6 su 10. Ma c’è una percentuale, 15,9%, che invece si è detta certo della volontà di non vaccinarsi. Un numero che in teoria non dovrebbe impedire il raggiungimento dell’immunità. Ma nulla però impedisce di supporre che questa percentuale, col passare delle settimane, non possa aumentare.

VACCONO NON OBBLIGATORIO MA “CONSIGLIATO”

Il Governo italiano ha più volte ribadito che non disporrà l’obbligo di vaccinazione contro il coronavirus per i cittadini. Ciononostante, per vincere le perplessità potrebbero essere messi in campo “consigli che non potrebbero rifiutare“. Ad esempio potrebbe essere concesso, più o meno ufficialmente, un potere maggiore agli imprenditori di quei settori più sensibili alla pandemia di Covid-19, perché più a stretto contatto con il pubblico. E quindi concedere ai datori di lavoro una leva in più nei confronti dei loro dipendenti: il licenziamento in caso di rifiuto. La legge prevede già l’obbligo di vaccinazione per quei dipendenti che svolgono mansioni che possono mettere a rischio la propria salute. A quell’obbligo corrisponde il dovere del datore di lavoro di tutelare la salute del lavoratore. Se il dipendente dovesse rifiutarsi, il datore di lavoro deve assegnargli mansioni che non mettono a rischio la sua salute e quella degli altri. Se queste mansioni mancano, il dipendente potrebbe essere dichiarato “non idoneo” e, quindi, licenziato.

LA VACCINAZIONE DARÀ PIÙ VANTAGGI

Vaccinandosi, oltre agli ovvi vantaggi di essere protetti dal coronavirus, potrebbe dare dei privilegi. Per esempio, la mancata vaccinazione di un candidato, esplicitata in fase di colloquio, potrebbe essere un deterrente all’assunzione, soprattutto in alcuni settori. Mentre il proprietario di un ristorante, di un resort, di una clinica privata con tutto lo staff vaccinato contro il coronavirus potrebbe avere un vantaggio competitivo nei confronti di quelle aziende che hanno lasciato libertà di scelta ai dipendenti. Al limite si possono prevedere campagne pubblicitarie che evidenziano le aziende protette dal Covid. Di sicuro, quando sarà il momento, certamente saranno tanti gli argomenti che saranno utilizzati per “convincere” i riottosi…