Sarah Gilbert, uno dei principali ricercatori dello Jenner Institute della Oxford University, ha detto che avere il vaccino anti-Covid entro la fine del 2020 è una ipotesi più che possibile. Per potere essere distribuito entro la fine dell’anno, il test dovrà funzionare anche nella fase 3, la fase finale. Quella dove saranno coinvolti 30-40 mila soggetti di 4 paesi diversi, dove attualmete l’epidemia è in fase acuta. L’ultimo step segue le fasi 1 e 2 della sperimentazione su circa mille persone, che hanno mostrato una buona risposta immunitaria dopo due dosi, che è rimasta stabile dopo due mesi. Nel 95% nei soggetti interessati si sono sviluppati anticorpi.
Adesso tutta l’attenzione è rivolta alla fase finale del test, dalla quale si attende una risposta valida come nelle prime due fasi, ma proveniente da un campione più vasto. Saranno coinvolti quarantamila soggetti abitanti in Brasile, Sudafrica ed in altri paesi africani, diecimila per nazione. Il test non riguarderà solo adulti sani, come nelle prime due fasi, ma saranno coinvolti anche bambini, anziani e persone con patologie. Insomma i risultati verranno da un campione rappresentativo di tutta la popolazione.
Se quest’ultima sperimentazione darà, come si spera, risultati positivi, entro la fine del 2020 potranno essere distribuiti in tutto il mondo milioni di dosi di vaccino anti-Covid. Accordi per la distribuzione sono già stati fatti con Usa, India e Gran Bretagna. Ma anche Italia, Germania , Francia e Olanda hanno prenotato 400 milioni di dosi da destinare alla popolazione europea.
C’è entusiasmo anche alla Irbm di Pomezia, l’azienda alle porte di Roma che sta producendo le dosi del vaccino contro il Covid-19 studiato a Oxford. Ma dopo la pubblicazione dei risultati Piero Di Lorenzo, amministratore delegato e presidente della società, predica prudenza: «Sappiamo bene che il percorso è ancora lungo, per affermare che è fatta ci vorrà ancora qualche mese ─ ha detto in un’intervista al Corriere della Sera ─. Ci vuole grandissima prudenza, ma siamo moderatamente ottimisti. Avere toni trionfalistici non ha senso».