Vaccino Under 60: la seconda dose potrebbe essere diversa dalla prima?

Sulla seconda dose di vaccino diversa dalla prima gli immunologi sono possibilisti. Nel Regno Unito è stato approvato uno studio

In Germania gli esperti hanno di non somministrare il vaccino anti-Covid AstraZeneca a persone con meno di 60 anni. Una misura adottata in via precauzionale, considerando che i tedeschi immunizzati con il vaccino anglo-svedese sono già 2,7 milioni. E in tutto sono stati registrati 31 coaguli di sangue nel cervello, 9 dei quali hanno provocato la morte di persone precedentemente vaccinate. La maggior parte delle segnalazioni è venuta da donne sotto i 60 anni. Per lo stesso motivo anche l’Olanda ha deciso di sospendere temporaneamente la vaccinazione con il vaccino AstraZeneca a persone con età inferiore ai 60 anni.

PER GLI UNDER 60 SECONDA DOSE PFIZER O MODERNA

In relazione a ciò, la Commissione vaccinale permanente tedesca, la Stiko, starebbe valutando di consigliare agli under 60 che abbiano già ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca, di farsi inoculare per la seconda dose un vaccino diverso a mRna, cioè uno fra Pfizer e Moderna. Su Twitter, il ministro della salute tedesco Jens Spahn  ha scritto: «Discuteremo della procedura esatta mercoledì con i rappresentanti dei Laender».

GLI IMMUNOLOGI POSSIBILISTI SUL MIX DI VACCINI

L’ipotesi di somministrare un mix di vaccini trova possibilisti gli immunologhi, compresi quelli italiani. Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts, ha commentato per l’Ansa la decisione che sta valutando la Commissione vaccinale permanente tedesca, affermando: «È una cosa che ha senso, perché immunologicamente può funzionare. Solo che al momento non c’è alcune dato clinico pubblicato che lo supporti. Da immunologo ─ ha continuato Abrignanisono certo che usare, dopo la prima dose con AstraZeneca, uno degli altri due vaccini a Rna approvati in Europa per la seconda dose funzionerà. Perché immunizzano tutti, inducendo una forte risposte immunitaria contro la proteina Spike».

OCCORRE UNO STUDIO CLINICO CONTROLLATO

Abrignani ha proseguito precisando: «Tuttavia, le regole europee impongono che prima di iniettare qualsiasi cosa nell’uomo si debba fare uno studio clinico controllato. e io non so se se i tedeschi ne abbiano fatto uno, perché al momento non ci sono dati pubblicati in tal senso. In ogni caso, i tre vaccini di Astrazeneca, Pzifer e Moderna in Europa hanno avuto l’approvazione due dosi». Possibilista anche l’immunologo Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri di Milano. Secondo lui l’idea tedesca non è irragionevole, e lo dimostra il fatto che nel Regno Unito già da qualche mese su questa possibilità è stato avviato uno studio su 800 volontari.