Vaccino per il vaiolo delle scimmie, previste due dosi

In Italia superata quota 500 come numero di casi

vaccino

Si attendono le linee guida per partire con il vaccino per il vaiolo delle scimmie in Italia, dove i casi sono in aumento. L’Istituto per le malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma sarà “presto pronto a partire con il vaccino del vaiolo per monkeypox. Attende dal ministero le modalità di reclutamento. Abbiamo offerto la nostra disponibilità – spiega il direttore generale Vaia – ad essere centro regionale di riferimento per la vaccinazione per il Monkeypox. Attendiamo le Linee guida ministeriali alle quali stiamo attivamente collaborando”. In Italia i casi di vaiolo delle scimmie hanno superato quota 500.

Il vaccino del vaiolo per monkeypox prevedrebbe una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. Intanto il Ministero della Salute ha aggiornato con una circolare quali sono gli sviluppi di questa malattia, soprattutto sul come comportarsi in caso di contagio. “In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”.

I contatti stretti, invece, “devono essere identificati il prima possibile e informati della loro esposizione e del rischio di sviluppare l’infezione”. A loro è sconsigliato, precisa il Ministero di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza. 

Per i contatti con esposizioni a basso rischio “è possibile adottare la sorveglianza passiva, autocontrollarsi e informare il proprio medico di famiglia”. Per i contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato “possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola”. Niente quarantena, 

AUTOMONITORAGGIO 

Le linee guida per un controllo corretto e costante sono: misurazione della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione. Niente attività sessuale per 21 giorni; igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani); evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo ultima esposizione; stesso discorso vale per il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici.