Vanessa, la denuncia di stalking fu considerata “non urgente” nonostante le minacce di morte e il revenge porn

“Il magistrato competente aveva ritenuto che non ci fossero gli elementi per la richiesta di una misura cautelare”, ha detto il procuratore

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Il procuratore capo di Treviso Marco Martani ha parlato con i giornalisti dopo la cattura di Bujar Fandaj, il 41enne kosovaro accusato dell’omicidio di Vanessa Ballan. La 27enne mamma di un bimbo di 4 anni, e incinta del secondo figlio, accoltellata ieri a morte. Il procuratore ha detto: “Nel delitto di Vanessa ci sono elementi per contestare la premeditazione. Il suo assassino si è avvicinato alla casa con la bicicletta e non con la sua auto, probabilmente per non farsi riconoscere, e aveva un borsone dove aveva un martello, due coltelli, e altri attrezzi da scasso, con un coltello simile a quello che è stato trovato in cucina, e che è l’arma del delitto”. Secondo Martani, “l’unica misura che avrebbe potuto impedire l’aggressione sarebbe stata la custodia cautelare in carcere, un provvedimento per sostenere il quale non vi erano oggettivamente elementi sufficienti”.

“Valutazione di ‘non urgenza’

Parlando della denuncia della vittima per stalking, il procuratore ha detto: “C’erano elementi forse per un pericolo di attività persecutoria e molesta, ma non per un divieto di avvicinamento”. Ed ha spiegato: “Dopo una perquisizione eseguita nella sua abitazione dopo la querela, da parte di Fandaj non c’erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce. Quindi la valutazione fatta era di ‘non urgenza’, cosa purtroppo che si è rivelata infondata».

Una relazione chiusa da Vanessa un anno fa, seguita da minacce e revenge porn

Secondo quanto racconta il Corriere della Sera, tra la vittima e il 41enne c’era stata una relazione, chiusa da Vanessa circa un anno fa. Si erano conosciuti al supermercato Eurospin,  dove lei era alle casse, e lui faceva le consegne. Dopo la fine del legame, l’uomo però non si era rassegnato all’idea che la loro storia fosse finita, e aveva iniziato a perseguitarla, con ricatti e minacce. “Se non torni con me ti uccido”, le avrebbe detto. E ancora: “Se non torni mostro a tuo marito i video che abbiamo fatto insieme”.

Il compagno della donna, Nicola, non sapeva nulla di quella storia. Lui e Vanessa stavano insieme da quando erano adolescenti, un amore che andava avanti da 11 anni, e che rischiava di capitolare per una scappatella. La ragazza perciò, il 26 ottobre scorso, decise di vuotare il sacco ed ha denunciato Fandaj. Il giorno dopo i carabinieri hanno sequestrato all’uomo il cellulare, ma tutto venne rallentato perché Vanessa nel frattempo aveva cancellato tutte le chat, temendo di essere scoperta.

Foto Ansa