Vendeva sigarette di contrabbando mentre era ai domiciliari, denunciato palermitano

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I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, nei giorni scorsi, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio, hanno sottoposto a sequestro oltre 30 kg di tabacchi lavorati esteri di contrabbando nei confronti di un cittadino palermitano in stato di detenzione domiciliare su disposizione del Tribunale di Milano.

Difatti, i militari del 2° Nucleo Operativo Metropolitano, durante il quotidiano servizio di contrasto ai traffici illeciti, hanno notato un soggetto intento nel trasporto di alcune stecche di sigarette dal proprio box all’auto.

L’immediato intervento ha consentito di appurare che le sigarette, risultate di contrabbando poiché tutte sprovviste del sigillo di monopolio dello Stato e, in alcuni casi, riportanti le indicazioni in lingua inglese, erano occultate all’interno di due casse di cartone presenti in un angolo del garage di proprietà del soggetto controllato.

I successivi accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle hanno fatto emergere come lo stesso si trovasse in stato detentivo con misura degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Milano, con permesso di allontanarsi dal luogo di detenzione esclusivamente per svolgere attività lavorativa.

Sulla base delle risultanze investigative emerse nel corso delle operazioni, i militari procedevano al deferimento all’A.G. del soggetto per le ipotesi di reato previste e punite dagli articoli 291 bis comma 1 del T.U.L.D. (contrabbando di tabacchi lavorati esteri) e 385 C.P. (evasione).

L’attività di servizio si inquadra nell’ambito della costante azione di contrasto al fenomeno del contrabbando di sigarette, fonte di ricchezza della criminalità, operato dalla Guardia di Finanza sia sul piano investigativo che nell’ambito del quotidiano controllo economico del territorio.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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