Vendita dei terreni negli agglomerati industriali, arriva il bando

Secondo il Coordinamento degli Imprenditori dell’Area Industriale di Carini, tuttavia, occorrerebbe cambiare la legge sull’IRSAP

In arrivo il bando per la messa in vendita dei terreni nelle aree industriali. 
Un’opportunità attesa da anni che tuttavia, secondo il Coordinamento degli Imprenditori dell’Area Industriale di Carini, rischia di avere un effetto boomerang. 
A spiegare le ragioni è il presidente Marcello Trapani
“Ok al bando – commenta – ma occorre cambiare la legge sull’IRSAP“. 
“Gli imprenditori che vogliono vendere a terzi o affittare – dichiara – sono obbligati a pagare all’Istituto Regionale una somma commisurata all’importo del contributo dovuto per gli oneri di urbanizzazione”. 
“Così – avverte Marcello Trapani – nessuno si insedierà e il bando rischia dunque di andare a vuoto”. 
 “Io stesso sarei intenzionato a comprare un terreno accanto al mio stabilimento – spiega –  ma stando così le cose non mi conviene farlo”.
Il nuovo regolamento per gli insediamenti produttivi negli agglomerati industriali gestiti dall’IRSAP è stato approvato con deliberazione del consiglio di amministrazione del 28 dicembre 2020, recepito dalla legge regionale 33 del 18 dicembre 2021,e successivamente modificato in più articoli nel mese di giugno 2022.

LE CONTESTAZIONI DEL CIAC ALL’ARTICOLO 21 DEL REGOLAMENTO 

Il regolamento investe gli imprenditori che operano in tutte le aree industriali isolane. 
Non solo Carini, dunque, ma anche Gela, Termini Imerese e Trapani. 
Provincia, quest’ultima, da cui provennero forti critiche in merito alla riforma che porta la firma di Mimmo Turano, ex assessore regionale alle Attività produttive durante il governo Musumeci. 
“Da allora – precisa il presidente del CIAC – il governo siciliano, nel mese di settembre 2022 è cambiato con l’elezione di Renato Schifani: in questo frangente tutto è rimasto fermo, nonostante gli imprenditori abbiano più volte sollecitato un intervento da parte dell’esecutivo per cambiare la legge”. 
Nel dettaglio, gli industriali non criticano dunque il bando ma contestano l’articolo 21 del nuovo regolamento.
“Nel caso del trasferimento di proprietà, la somma – recita il testo  – sarà commisurata all’importo del contributo dovuto per gli oneri di urbanizzazione fissati dal Comune nelle restanti parti del territorio comunale e in relazione alla destinazione urbanistica dell’immobile da trasferire”.
“Sull’importo dovuto, vanno eventualmente detratti gli oneri – si legge ancora  – opportunamente documentati, già in precedenza pagati per oneri concessori”. 
Secondo il regolamento, nel caso di affitto o vendita parziale la somma dovuta è commisurata alla sola superficie da affittare o vendere comprensiva degli spazi esterni: somma che sarà corrisposta all’IRSAP in unica soluzione o in tre rate annuali. 

LOTTA ALLA LENTEZZA BUROCRATICA 

Ora gli investimenti nella zona industriale di Carini sono fermi al palo.
“Le imprese – dichiara il presidente  – ci penseranno due volte prima di venire a investire nell’area e così facendo si bloccherà lo sviluppo di queste zone e di conseguenza di tutta l’economia dell’isola”.
“Inoltre, noi avremmo effettive difficoltà a comprare altri spazi – precisa – nel caso in cui volessimo ampliare le produzioni e avessimo necessità di espanderci o, al contrario, di vendere se mutano le condizioni del mercato”.
“Chi ha comprato un lotto o un capannone anni fa – prosegue l’imprenditore – se vuole rivenderlo deve per legge pagare una cifra all’Istituto Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive”.
Il prezzo finale, quindi, dovrà essere stabilito considerando l’esistenza di questa nuova “imposta”.
Vale lo stesso per chi affitta l’immobile.
“Per avere il nulla osta alla locazione – spiega ancora il presidente del CIAC – sono già diverse le imprese proprietarie che hanno dovuto versare gli oneri “.
Le conseguenze sono incalcolabili ma, secondo Marcello Trapani, “avranno molto peso sugli affari delle imprese che attualmente hanno sede nelle aree industriali siciliane e su quelle che stanno valutando di insediarsi”.
Proprio per cercare di sburocratizzare e rendere più semplice la nascita di imprese in Sicilia sono nate le ZES, le cosiddette Zone Economiche Speciali.
“Una grande idea – commenta – che ha l’obiettivo di creare condizioni favorevoli all’insediamento e allo sviluppo delle piccole, medie e grandi imprese e di aumentare l’attrattività per gli investimenti, esteri e nazionali”.
Un fatto che tuttavia rischia di rivelarsi inutile se alle stesse imprese, però, si chiede di pagare cifre da capogiro per accaparrarsi uno spazio nelle stesse zone industriali.
“Chiediamo dunque all’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo – conclude –  che si sta prodigando attivamente per risolvere le varie problematiche industriali e coadiuvare le imprese dell’Isola, di venirci incontro modificando la legge”.