“Verbo pescare” è il titolo della raccolta di poesie di Ketty Tamburello, pubblicata nella Collana Glifi di Edizioni Dialoghi.
L’autrice palermitana, che nel 2004 aveva già pubblicato la silloge dal titolo “La giunchiglia”, approda a una nuova maturità espressiva.
Emerge con forza il bisogno di raccontare se stessa e l’unicità del proprio vissuto, ma Ketty Tamburello coinvolge il lettore indagando anche tematiche universali.
Emozioni e tumulti interiori si alternano all’inquietudine per la condizione umana contemporanea, descritta efficacemente attraverso i sogni, le debolezze e le speranze di chi continua comunque a coltivare la speranza e la capacità di fruire pienamente dei doni della vita.
Nata a Palermo, dove vive e opera, Ketty Tamburello è insegnante di scuola dell’infanzia.
Le sue poesie figurano in alcune antologie curate dalle case editrici Aletti e Montedit e dal centro di cultura “Polis Kephaloidion”.
Ha realizzato le prefazioni dei libri di Mauri Lucchese.
La presentazione ufficiale dell’opera si è tenuta a Palermo lo scorso 30 settembre, negli spazi della Real Fonderia Oretea, alla presenza, tra gli altri, della scenografa Daniela Sasso, dell’architetto Letizia Marchione e dell’avvocato Ninni Terminelli e del Maestro Mauri Lucchese.
Ketty Tamburello ha illustrato la scelta del titolo, “Verbo pescare”.
“Un monito – spiega l’autrice – a trovare nel mondo esterno e interno all’individuo le ragioni dell’esistenza”.
“Pescare nei ricordi – aggiunge – sia gioiosi che dolorosi è il mio invito a ritrovare lo stupore e l’interesse“.
La raccolta di poesie, sospese tra il visibile e l’invisibile, è una testimonianza di amore per la vita, all’insegna del tentativo di pescare, appunto, sia nei ricordi che nel presente, attingendo da cose, fatti ed eventi.
Elementi che promanano quella linfa vitale che, per Ketty Tamburello, si identifica con la capacità di sperimentare, giorno dopo giorno, nuove esperienze con una consapevolezza crescente.
Non mancano i riferimenti alla complessità di alcune istanze sociali quali la condizione femminile e la disumanità della guerra.
Nei versi trova spazio anche la descrizione della natura, tra verdi colline e mari cristallini.
Scenari descritti vividamente che rimandano all’abilità pittorica di Ketty Tamburello che, con i suoi dipinti, ha partecipato inoltre a varie mostre, sia personali che collettive.
Dedicata alla madre scomparsa, la raccolta di Ketty Tamburello si arricchisce della preziosa prefazione di Francesco Federico.
Scrittore, poeta, tra i fondatori dell’associazione culturale “Documenta 2000”, letterato pluripremiato, restituisce al lettore il senso dell’opera dell’autrice, con l’eleganza e la profondità che, da sempre, lo distinguono.
Francesco Federico si sofferma sul tema del viaggio metafora della vita che permea “Verbo pescare”, sottolineando la felice sintesi raggiunta nei versi tra linguaggio soggettivo e slancio ideale da parte di Ketty Tamburello.