Si è svolta questo pomeriggio la manifestazione della comunità straniera del centro storico di Palermo per chiedere verità e giustizia sulla morte di Kitim Ceesay, il ragazzo di 24 anni accoltellato a Ballarò tra il 4 e il 5 marzo e deceduto al Policlinico qualche giorno.
“Non sappiamo cosa è successo, noi confidiamo nelle autorità per fare luce su questa storia – Diaora Banjoukou –. Quello che è certo è che lui è stato accoltellato e investito. Non sappiamo se la causa della sua morte sia dovuto a ciò, però noi chiediamo giustizia. Questa non è una storia di razzismo, anche se noi ogni giorno siamo vittima di razzismo istituzionale. Katim è stato pugnalato ed è andato in ospedale, la polizia è intervenuta dopo un’ora.
Non abbiamo visto nessuno scrivere nulla sulla vicenda, questo perché non era così tanto importante fare uscire fuori subito la notizia. La vita di Katim valeva qualcosa, qualsiasi cosa faceva nella sua vita privata non era a far nostro. Riteniamo, però, che era essere umano come noi e merita giustizia. Uccidere qualcuno non significa fare giustizia da soli. Anche se Katim aveva fatto qualcosa di grave non giustifica l’accoltellamento, sarebbe stato più giusto chiamare le forze dell’ordine. Chiediamo di fare in fretta luce sulla vicenda“.
“In nome di Salima, una bambina nata l’altro ieri, nata per non poter vedere il padre e crescere senza il papà” dice un’amica della moglie di Katim. “Immaginare che mia figlia, che ha l’età di Kadiscia possa crescere senza il padre mi si spezza il cuore. Giustizia per Kadiscia e Salima”.
La manifestazione è partita da Porta Sant’Agata e si è mossa per tutto il centro storico arrivando fino alla Cattedrale. Momenti di alta tensione in via Maqueda tra un commerciante e un gruppo di manifestanti venuti allo scontro. Le forze dell’ordine e altri partecipanti al corteo sono riusciti con non poca fatica a riportare la calma.
La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio disponendo il sequestro delle cartelle cliniche e della salma che è stata trasferita all’Istituto di medicina legale per l’autopsia. Il ragazzo si era presentato al Civico il 5 marzo con una ferita da arma da taglio al torace. Ricoverato per nove giorni, poi era stato trasferito nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Policlinico per via del suo quadro clinico e delle gravi patologie di cui soffriva.
Diverse le ipotesi che stanno seguendo gli agenti del Commissariato di Polizia Oreto-Stazione: da motivi legati a soldi per la droga ai debiti di gioco. Sono solo alcune delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, nessuna pista è esclusa nemmeno quella legata a motivi personali con una lite poi finita male.
L’accoltellamento sarebbe avvenuto tra la notte del 4 e la mattina del 5 marzo: l’esame autoptico chiarirà se il giovane prima di essere colpito al torace con un’arma da taglio sia stato investito come si dice nel quartiere. Chi conosceva il giovane lo ricorda come un buono e non violento, ma capace sempre di mettersi nei guai.