Sono giorni frenetici in casa Amat dove continua a tenere banco la vertenza dei lavoratori sugli accordi di secondo livello, che includono buoni pasto, buoni produzione, passaggio a full time dei dipendenti ancora part-time. Ma dal Comune fino ad ora è arrivata sempre una risposta negativa. Tutto gira intorno a due documenti fondamentali: il piano industriale (di cui vi avevamo anticipato qualcosa) e il contratto di servizio.
A inizio settimana si sarebbe tenuto un incontro tra sindacati e azienda per cercare una quadra sulla procedura di conciliazione, ma il vertice non avrebbe avuto gli effetti sperati. I lavoratori non hanno avuto certezze né sul piano industriale né sul contratto di servizio. Ecco, quindi, che si apre concretamente la possibilità della quinta azione di sciopero del personale Amat che non dovrebbe essere il 24 gennaio come precedentemente annunciato in una nota sindacale poiché erano scaduti i tempi della vertenza che è stata rinnovata solo qualche giorno fa. I sindacati adesso attenderanno la convocazione in Prefettura dove sarà presente anche l’azienda e il Comune di Palermo. In caso di ulteriore fumata nera sarà inevitabile l’annuncio del nuovo sciopero.
“Dopo i quattro scioperi del 2024, sembra che i lavoratori di Amat stiano pensando ad una nuova protesta ad inizio 2025 – dichiara la consigliera comunale del M5S Concetta Amella -. Una manifestazione che certifica il malcontento dei dipendenti sull’operato dell’Amministrazione Lagalla. Ad oggi non c’è ancora traccia né del piano industriale, né del contratto di servizio; quest’ultimo documento doveva essere pronto, secondo previsioni, entro marzo 2024. E invece, prima la scadenza è stata posticipata a dicembre 2024 e ora è stato addirittura rinviato a marzo 2025. Un anno esatto di ritardo rispetto alla data prevista, se tutto andrà come da programma. Atto da cui dipende il futuro non solo dei buoni pasto e del passaggio a full-time dei precari chiesto da tempo dai lavoratori Amat, ma anche le prospettive che riguardano le procedure concorsuali e le progressioni di carriera“.
Quello delle progressioni di carriera è un argomento che sta creando astio all’interno dell’azienda di via Roccazzo. In un volantino distribuito dalla sigla “part-time incazzati”, un gruppo di lavoratori anonimo, che denuncia da mesi certe dinamiche aziendali sospette, come si legge in un estratto del volantino circolato fra i lavoratori: “L’azienda ormai è allo sfascio e le colpe sono da ricercare in chi concede ruoli apicali a gente che non è capace nemmeno di darsi un pugno in un occhio“.
Non è chiaro a cosa i lavoratori si riferiscano. Il primo pensiero andrebbe proprio alle progressioni di carriera, ovvero promozioni a mansioni superiori di alcuni dipendenti. . “Un altro nodo centrale è rappresentato dalla gestione del contenzioso legale. Rimane incerta la questione se l’Azienda abbia coinvolto la Corte dei Conti per valutare la legittimità delle proprie azioni e verificare eventuali responsabilità amministrative – afferma Concetta Amella -. Le transazioni effettuate erano davvero convenienti o si sarebbero potute evitare vincendo in tribunale? Queste decisioni hanno creato non solo un rischio per i conti, ma anche disparità tra i lavoratori, alimentando il sospetto di favoritismi e discriminazioni nelle opportunità di crescita professionale“.