“Via Paganini, 7”, storia di una donna che sceglie se stessa

Dal romanzo d’esordio dell’autrice palermitana Myriam De Luca è stata tratta anche una versione teatrale di successo

L'autrice palermitana Myriam De Luca

Determinismo, libero arbitrio, capacità di svincolarsi dagli effetti nefasti di relazioni conflittuali e rapporti parentali disfunzionali, rinascita.

L’ autrice palermitana Myriam De Luca sceglie di sondare il tema della conflittualità familiare nell’opera “Via Paganini, 7”, apprezzata dal pubblico e dalla critica. Una materia non certo facile che investe vita affettiva e percezione del sé e che il romanzo affronta – con grazia – attraverso la vicenda umana di Viviana, ventenne stretta tra un lavoro che non ama e una famiglia negligente e colpevolmente ostile.

"Via Paganini 7" è il romazo d'esordio dell'autrice palermitana Myriam De Luca
Il romanzo è stato pubblicato da Le.I.Ma. Edizioni

Una dimensione asfittica – nella quale molte lettrici e, perché no, molti lettori non trovano fatica a riconoscersi – che priva la giovane del benessere emotivo e della leggerezza che la sua età esigerebbe. L’ opera, arricchita dalla prefazione di Giovanna Di Gangi, si apre con una conversazione ad alto tasso di tossicità tra madre e figlia.

Più che al dialogo tra due donne legate da una relazione che dovrebbe, più di ogni altra, descrivere l’amore puro e incondizionato, il lettore sembra assistere alla visione di un film di Ingmar Bergman e si ritrova inerme dinanzi a un groviglio di conflitti familiari dal quale si stagliano con forza due identità femminili in un rapporto deteriorato.

Un vulnus destinato a inquinare le esperienze e il vissuto interiore della protagonista, ma il finale sarà meno triste e amaro di quanto si possa immaginare.

IL TEMA DEL VIAGGIO

Focale, nell’evoluzione della storia, è il trasferimento della protagonista da Palermo a Torino. Il viaggio non è inteso come fuga bensì quale movimento salvifico verso un altrove che rappresenta un terreno di sfida e capacità di adattamento: a Viviana non bastano più la complicità della migliore amica Mara, l’affetto della zia Enrica, fulgida figura femminile opposta alla madre ostile e dai tratti isterici, e neppure l’amore di Niko.

“Via Paganini, 7” possiede molte caratteristiche del cosiddetto romanzo di formazione, un vero e proprio genere letterario nato in Germania alla fine del 1700 e successivamente affermatosi anche in Francia e Italia.

Il tratto saliente è l’evoluzione del personaggio verso l’età adulta e la piena maturazione, un processo che l’autrice descrive dall’angolo visuale di una donna, con grande sensibilità e particolare accuratezza. Una linea narrativa che Myriam De Luca adotta anche nel dare forma ai personaggi collaterali, che rivestono un ruolo non secondario nella crescita della giovane protagonista.

Lo stile è fluido e godibile, anche nei passaggi più tormentati, e i dialoghi esprimono con efficacia il senso delle relazioni umane. Un’opera che ben si presta a essere declinata in uno scenario teatrale: così è stato, con grande successo.

Il romanzo si è inoltre aggiudicato il Premio Letterario “Maria Cristina di Savoia” in occasione della XXII edizione, nel giugno del 2018.

GLI ANZIANI ABBANDONATI

Tra i temi che il romanzo affronta, figura anche la condizione della terza età considerata, cinicamente, inutile, in un mondo ipercinetico che guarda con sufficienza al passato.

Emerge con forza la visione morale dell’autrice, che condanna senza mezzi termini – come darle torto? – l’approccio utilitaristico di una certa società che fa della nozione di “usa e getta” un modello comportamentale abituale. Per Myriam De Luca, l’anziano è un essere che, invece, merita ancora, malgrado gli acciacchi, un ruolo dinamico e vivo nella quotidianità, anche alla luce delle preziose esperienze che può tramandare.

MYRIAM DE LUCA

“Via Paganini, 7” è il romanzo d’esordio dell’autrice palermitana, attratta dalla letteratura e dalla scrittura sin da bambina. Un amore che si è tradotto anche nella pubblicazione di due raccolte di versi, “Esortazioni solitarie” e “L’invisibile nutrimento” , rispettivamente per i tipi de Il Convivio nel 2018 e di Thule nel 2020.

Sia in ambito poetico che narrativo, la scrittura di Myriam De Luca svetta per eleganza formale, capacità introspettiva e nitidezza descrittiva.