“Viaggio al termine della notte” in scena al Teatro Biondo di Palermo

Lo scandaloso romanzo dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline “rivive” nell’adattamento teatrale di Claudio Collovà

"Viaggio al termine della notte" fu pubblicato nel 1932

Viaggio al termine della notte” debutta nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo venerdì 6 maggio alle 21:00.
Il regista Claudio Collovà porta in scena il romanzo autobiografico dello scrittore francesce Louis-Ferdinand Céline.
Un adattamento teatrale che restituisce allo spettatore la storia originale, un racconto delle tragedie e delle farse dell’epoca moderna.
Prodotto dallo stesso Stabile, “Viaggio al termine della notte” è in programma fino al prossimo 15 maggio.

INNOVAZIONE E DIVERTIMENTO GROTTESCO

Un linguaggio immediato, molto vicino al parlato della quotidianità.
È questo l’elemento innovativo dell’adattamento teatrale, che utilizza la traduzione di Ernesto Ferrero.
Un registro, quello scelto da Claudio Collovà, capace di dare voce alla tragicommedia di un secolo.
Tutti i temi principali del romanzo sono messi in scena rispettando lo svolgersi degli accadimenti, i climi e i personaggi.
Ci sono gli orrori della guerra, le trincee delle Fiandre, le durezze dell’Africa coloniale, la Parigi delle periferie più desolate dove l’autore francesce svolgeva il ruolo di medico degli ultimi.
A stretto contatto con una miseria che era, in primis, povertà morale piuttosto che materiale.
La varietà dei luoghi è inclusa in uno spazio unico con concretezza oggettiva.
“Viaggio al termine della notte” è attraversato da una vena di comicità che scatena nello spettatore una certa ilarità.

IL CAST

In scena, nel ruolo di Ferdinand Bardamu da giovane, l’attore Nicolas Zappa.
Sarà lui a passare il testimone a Sergio Basile, che interpreta il protagonista negli anni della maturità.
Ferdinand Bardamu, che combatte nella Prima Guerra mondiale, è il personaggio principale del racconto: un alter ego dello scrittore, per il quale agisce da surrogato.
Completano il cast Gianluigi Fogacci, Luigi Mezzanotte, Antonio Orlando, Margherita Laterza, Serena Barone, Angelica Dipace.
Le scene e i costumi sono di Enzo Venezia, le luci di Pietro Sperduti, le musiche di Giuseppe Rizzo.
Valentina Enea è l’assistente alla regia.

IL ROMANZO

Pubblicato nel 1932, “Viaggio al termine della notte” segnò il debutto dell’autore ed ebbe un successo mondiale.
Oltre agli entusiasmi, tuttavia, l’opera autobiografica di Louis-Ferdinand Céline, registrò anche forti critiche.
Il romanzo è una perfetta rappresentazione del ventesimo secolo, ma possiede forti richiami alla conteporaneità.
Voyage au bout de la nuit” questo il titolo originale, è il libro più famoso di Louis Ferdinand Auguste Destouches, vero nome dello scrittore.
Un’indagine cupa e nichilista della natura umana e della società di massa, condotta con piglio misantropo e dal tratto cinico.
Il sentimento predominante è il pessimismo inguaribile dell’autore rispetto all’evoluzione dell’esistenza e all’operato delle istituzioni.
Il romanzo è dedicato alla ballerina Elizabeth Craig, della quale Louis-Ferdinand Céline era innamorato: la loro fu una storia conflittuale e intensa.

LE PAROLE DEL REGISTA

“Lo spettacolo dell’abiezione – spiega Claudio Collovà – scatena un riso liberatorio, un divertimento grottesco più forte dell’incubo narrato”.
Ma c’è di più.
“Viaggio al termine della notte” rappresenta una preziosa occasione per scoprire, o riscoprire, Louis Ferdinand Céline.
Esponente innovativo delle correnti letterarie del modernismo e dell’espressionismo, lo scrittore e medico francese vissuto tra la fine dell’ottocento e i primi anni sessanta, ebbe il merito di modernizzare la letteratura europea.
Il suo fu uno stile unico, e irripetibile.
Nella sua scrittura, si mescolano infatti linguaggio forbito, espressioni gergali francesi, ellissi e iperboli e un senso dell’umorismo irridente e spiazzante.
“Questo spettacolo – aggiunge il regista – è il tentativo ambizioso di salvare dall’oblio un grandissimo scrittore e di illuminarci alla sua luce oscura”.
“Ma è al contempo un modo per riflettere sulle dinamiche della storia – conclude – e  su come eventi terribili del nostro recente passato possano riemergere divenendo tragicamente attuali”.