Continua a far discutere l’attraversamento pedonale di Viale della Regione Siciliana all’altezza di via Perpignano. Nonostante i ripetuti tentativi da parte dei residenti, con capogruppo Gaspare Cardovino, papà di Agostino, ultima vittima di questo tratto di strada, di trovare un riscontro attivo e fattivo da parte degli organi preposti, nulla si è mosso.
Ogni mattina, intorno all’orario di uscita dalle scuole e a ridosso dell’attraversamento, riceviamo diverse segnalazioni. Il semaforo sembra andare in tilt, con il rosso per i pedoni che dura diversi minuti in più rispetto al solito. Ciò comporta un affollamento dei piccoli spazi in cui la gente deve stazionare in attesa del verde, oltre alle lamentele da parti di molti che hanno constatato con amarezza come in prossimità di quell’attraversamento nessun mezzo rispetti il limite dei 50 km orari.
Sulla questione è intervenuto il Deputato Regionale Adriano Varrica, che già in passato ha dimostrato interesse concreto per questa incresciosa questione: “Il sindaco Lagalla, durante un incontro lo scorso settembre presso i suoi uffici con me e Gaspare Cardovino, ha preso l’impegno a intervenire immediatamente sull’attraversamento pedonale di viale Regione Siciliana all’altezza di via Perpignano al fine di renderlo più sicuro. Coinvolgendo i tecnici abbiamo proposto diverse soluzioni a costo zero: dall’intervento sui semafori, alla segnaletica, all’illuminazione, all’installazione di un autovelox su quel tratto per garantire il rispetto del limite di velocità dei mezzi a ridosso dell’attraversamento.
Ad oggi, a distanza di oltre due mesi dall’incontro, non si è mosso nulla, aumentando la sfiducia di tutti i cittadini – tra cui tanti bambini – che ogni giorno hanno l’esigenza di attraversare quel tratto di strada. Come rappresentante delle Istituzioni faccio un ultimo appello al Sindaco ad intervenire nei prossimi giorni, nessuno di noi vuole assistere ad altre tragedie evitabili come quella del giovane Agostino. La generosità della sua famiglia che si batte per evitare che il loro dolore possa essere vissuto da altri dovrebbe essere un monito per chi ha possibilità di intervenire.”