VIDEO| Bancarotta fraudolenta e fatture false: tre arresti nel palermitano

Operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza

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Operazione congiunta questa mattina di Carabinieri e Guardia di Finanza nei comuni di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello. Arresti domiciliari per tre persone (amministratori di diritto e di fatto di imprese operanti nel settore dei rifiuti e già destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia per comprovati collegamenti con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato). Obbligo di dimora nei confronti di un soggetto (amministratore di diritto e socio di alcune delle prefate imprese); misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un dipendente comunale del Comune di Partinico. Sarebbero ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.

DA UN ATTO INCENDIARIO L’INIZIO DELLE INDAGINI

Nel settembre 2018 l’avvio delle indagini, a seguito di un attentato incendiario a danno di alcuni mezzi e strutture dell’autoparco del Comune di Partinico. L’immediato intervento dei Carabinieri della Compagnia di Partinico ha consentito di avviare una attività investigativa, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali. Sono emersi verosimili elementi di connessione tra l’atto intimidatorio e una procedura di affidamento per il nolo dei mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l’Ente locale aveva aggiudicato alla CO.GE.SI. S.r.l.

I militari dell’Arma hanno captato una presunta connivenza tra il dipendente comunale e gli amministratori di diritto e di fatto dell’azienda che si sarebbe concretizzata in omesse contestazioni per gravi inadempimenti contrattuali (dovuti al nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, nell’impiego di mezzi privi di revisione e/o non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali), la mancata messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della CO.GE.SI. S.r.l. nonché l’omessa comunicazione all’A.N.A.C. della prematura interruzione del rapporto contrattuale.

I successivi approfondimenti analitico-documentali e l’esame dei flussi finanziari hanno consentito di accertare che gli indagati, attraverso dei crediti sorti in capo ai soci e relativi a spese risultate fittizie per l’acquisto di carburante, nonché ad altre operazioni simulate con una ditta individuale di fatto riconducibile agli indagati, avrebbero architettato un fittizio aumento del capitale sociale della CO.GE.SI. S.r.l. Il fine ultimo era quello di accrescere la solidità economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda ed accedere così a bandi di gara più consistenti, inducendo in errore la pubblica amministrazione e continuando ad arricchirsi indebitamente con l’aggiudicazione illecita degli appalti indetti da vari Enti locali per la gestione dei rifiuti.

SEQUESTRI DA OLTRE 2 MILIONI DI EURO

Inoltre, i Finanzieri hanno constatato che gli indagati hanno distratto l’intero patrimonio aziendale della CO.GE.SI. S.r.l., portandola al fallimento. Hanno “reinvestito” i capitali per il soddisfacimento di interessi personali con l’acquisto di immobili e beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars) e costituendo la nuova ECO INDUSTRY S.r.l. con sede in San Giuseppe Jato (PA) per la commissione dei medesimi delitti. Sequestrati in maniera preventiva, finalizzato alla confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall’utilizzo di false fatturazioni: il complesso aziendale della ECO INDUSTRY S.r.l.; un immobile situato a San Cipirello e due autovetture di lusso. Il tutto per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro.

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