VIDEO| Blitz nella notte allo Zen, i nomi e le immagini degli arrestati

Concluse in tempi rapidi le indagini sull’episodio criminoso di martedì scorso a Palermo

Sono quattro gli arrestati nella notte allo Zen a Palermo nell’ambito delle indagini sulla sparatoria avvenuta martedì scorso. Si tratta di Giovanni Cefali, 52 anni, Nicolò Cefali, 23 anni (padre e figlio), Vincenzo Maranzano, 48 anni e Attanasio Fava, 36 anni; tutti palermitani.

Sono accusati di avere fatto parte del commando che sei giorni fa ha sparato contro Giuseppe Colombo ed i figli Antonino e Fabrizio, lasciando sul selciato una decina di colpi, tra proiettili inesplosi e bossoli. Il giorno seguente la sparatoria in manette sono finiti i fratelli Maranzano Letterio 34 anni e Pietro di 21; entrambi accusati di tentato omicidio.

Alla base della sparatoria conflitti mafiosi, l’ultimo capitolo di vecchi rancori. Allo Zen Cosa Nostra lavora per riformare degli equilibri dopo l’arresto del capomafia Giuseppe Cusimano avvenuto lo scorso gennaio. Colombo era molto vicino al boss mentre con Letterio Maranzano i rapporti non erano più idilliaci anche per dei contrasti nati con un nipote di Lo Piccolo.

LA MATTINA PRECEDENTE IL PRIMO SCONTRO FISICO

In particolare, in questa circostanza il tutto è nato da una contesa iniziata la mattina precedente, quando le vittime si sono fronteggiate con un gruppo di persone, capeggiate dai Maranzano. Da quell’incontro, nasceva una discussione, presto giunta a spintoni e “testate”. 

Nelle indagini importante la testimonianza di una donna che ha ricostruito l’accaduto agli investigatori ed p stata una delle prime a lanciare l’allarme alla Polizia. “Martedì mattina, eravamo al bar Chery. e uscendo, Antonino ha dato scherzosamente una piccola spallata a un tale Cefali, che lo ha guardato male. Pietro Maranzano ha offeso Antonino dicendo “Testa di mi…a la finisci di insultarlo?». Qualche minuto dopo, un’auto ha bloccato la vettura di Fabrizio Colombo, il fratello di Antonino: «Cefali è sceso e gli ha sferrato una testata. Ne è nata una colluttazione, Giuseppe Colombo li ha divisi». La testimone ha avuto la percezione subito che questo episodio poteva essere l’inizio di un’escalation di violenza. Ha provato a fermare tutto, ma non c’è riuscita. Infatti si è preparato il raid. «Cefali ha detto al telefono ai Colombo che voleva fare pace”, ma in realtà era una trappola.

Martedì pomeriggio poco meno di dieci persone ha raggiunto, a bordo di un’auto di grossa cilindrata, “scortate” da moto e scooter, i Colombo. Il commando, armi in pugno, ha iniziato a sparare contro padre e i due figli; successivamente si sono dileguati, lasciando sul selciato una decina tra proiettili e bossoli. 

Giuseppe e Antonio Colombo sono giunti all’ospedale Villa Sofia, accompagnati da l’altro figlio Fabrizio rimasto illeso, con diverse ferite. Per il padre necessaria un’operazione per rimuovere uno dei proiettili che hanno raggiunto il trentaquattrenne alle braccia e alla gamba sinistra mentre il ventunenne al gluteo. Nello scontro ferito alla nuca anche Letterio Maranzano che si era recato al pronto soccorso per le cure.

VIDEO BLITZ ALLO ZEN