VIDEO | Chiuso per 14 posti covid, il caso del punto nascita del Cervello

La questione finirà all’attenzione della VI Commissione Ars, in cui il sindacato CIMO sarà audito come parte interessata.

cervello

Dal 18 gennaio la città di Palermo ha perso il punto nascita dell’ospedale Vincenzo Cervello.

Un reparto in cui afferivano migliaia di donne (con una media di circa 1500 parti all’anno), di cui circa il 50% delle gravidanze seguite erano classificate come a rischio.

LA VICENDA

La decisione è stata comunicata dalla direzione sanitaria del nosocomio. Il motivo? L’emergenza coronavirus. Difatti la struttura è stata destinata a reparto covid, con i futuri ricoveri che saranno traslati sull’ospedale Policlinico.

Un “costo” notevole per tutta la comunità, non solo di Palermo, ma anche del circondario della provincia. La struttura rappresenta infatti un punto nascita di secondo/terzo livello, fondamentale anche dal punto di vista urbanistico. Il presidio è infatti l’unico della zona Ovest di Palermo e dell’area provinciale limitrofa. Inoltre, il reparto dell’ospedale Cervello è specializzato nelle cosiddette gravidanze a rischio, è sede dell’unico centro di Diagnosi Prenatale della Sicilia e fornisce il servizio di Partoanalgesia h24.

Attualmente le pazienti sono stati ridistribuite presso gli ospedali della zona Est della città, in particolare al Policlinico.

SOLO 14 POSTI COVID RECUPERATI

Ma il gioco vale la candela? Secondo la consigliera comunale di Avanti Insieme Valentina Chinnici la risposta è no.

Dal punto di vista politico, mi pongo il problema di cosa sia stato fatto per garantire quello di cui parlava l’assessore Razza, ovvero quello di garantire il lavoro ordinario degli ospedali. Questo è un reparto importante per tutta Palermo Ovest, anche guardando ai numeri della struttura. Senza voler sottovalutare il problema della pandemia, ma perchè non è stato preparato un piano adeguato?“.

Questa crisi pandemica è la cartina tornasole del malfunzionamento della nostra sanità. Ma non possiamo gettare tutti i rischi su chi sta affrontando una gravidanza. Lo spostamento da tutt’altra parte della città non può non essere foriero di disagi“, sottolinea la Chinnici.

LA POSIZIONE DEL CIMO

Sulla stessa linea si pone anche il dottor Giuseppe Bonsignore, in rappresentanza del Cimo Sicilia. “L’unica soluzione è riaprire il reparto. Con questa operazione sono stati guadagnati soltanto 14 posti covid. L’ospedale Cervello e la sua ostetricia rappresentano il punto di riferimento per una buona parte di Palermo, per tutto l’hinterland di questa parte della provincia ma anche per buona parte della provincia di Trapani. Se una mamma proveniente da queste zone, a seconda dell’orario della giornata, ha un’emergenza, deve attraversare l’intera città. E’ una follia ma anche e soprattutto un rischio per la gestante“.

Siamo stati convocati in VI Commissione all’Ars. Saranno presenti l’assessore Ruggero Razza e il dirigente generale Mario La Rocca. Speriamo bene“.

L’APPELLO DEI DOTTORI

Un appello a cui si aggiunge anche Francesco Labate, medico del reparto di Ostetricia e Ginecologia.

Pur capendo la difficoltà del momento, noi abbiamo subito questa situazione. Il dato di fatto è che noi lavoriamo con le urgenze e con le emergenze. Quando si discute con gravidanze a rischio, non stiamo parlando soltanto di assistenza ma soprattutto di emergenza. Lì ti giochi la vita della madre e del feto in pochi minuti. Non si può parlare di tempi di trasferimento“.

La qualità raggiunta faticosamente, per essere mantenuta, va esercitata in una sede appropriata. La parte politica è quella che deve dare una risposta. E’ difficile. Ma vediamo di trovare qualche alternativa e di riaprire. E’ un discorso soprattutto a favore della cittadinanza“.

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